Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, prova ad analizzare il momento dell'Inter e del suo mercato: "La ferita è aperta e chissà se, e quando, si rimarginerà perché è impossibile in questi giorni trovare un tifoso interista contento, a maggior ragione guardando l’interminabile serie di acquisti del Milan. Il calcio mercato, però, non finisce oggi 18 luglio 2017, giorno in cui un grande interista come Giacinto Facchetti avrebbe compiuto 75 anni. Ci sembra di sentirla ancora la sua voce pacata e rassicurante con cui, da presidente o da semplice tifoso, inviterebbe alla calma tutti i nerazzurri preoccupati come il signor Acconciagioco. L’esperienza, infatti, insegna che i bilanci si fanno quando chiude il mercato, o meglio ancora quando finisce il campionato, perché poi ci sarà anche il cosiddetto mercato di riparazione, che a volte riesce a spostare gli equilibri. Ricordare, per credere, quanto avvenne un’estate fa, quando l’Inter, che era arrivata al quarto posto, spese 115 milioni, ai quali ne aggiunse altri 28 in gennaio per Gagliardini. Sembrava uno squadrone in grado di contrastare la marcia della Juve pentacampione e invece alla fine il Milan è arrivato davanti all’Inter, nemmeno in grado di occupare l’ultimo strapuntino per viaggiare di nuovo in Europa League. Più che un avvertimento ai tifosi del Milan, questo è un insegnamento per i vari dirigenti dell’Inter, vecchi e nuovi. Perché se l’Inter per il momento ha acquistato «soltanto» Padelli, Skriniar e Borja Valero, la colpa è soprattutto del fair play finanziario che sta frenando la società nerazzurra, come ha spiegato molto bene ieri il collega Marco Iaria. I vari Banega, Jovetic, Joao Mario, Kondogbia e Gabigol, erano stati scelti con orgogliosa attenzione e in molti casi strapagati. Guarda caso, però, dopo il pronto ritorno di Banega al Siviglia, adesso sono tutti cedibili o cedibilissimi, come Perisic che doveva essere un punto fermo e invece è diventato la chiave per prendere un nuovo giocatore con analoghe caratteristiche. E così l’Inter di Sabatini e Spalletti è prigioniera degli errori tecnici ed economici del suo recente passato. Ma ormai non serve più ripensare ai troppi acquisti «usa e getta» chiesti e ottenuti da Mancini, alle valutazioni sbagliate di Ausilio, o alla sciagurata scelta della proprietà cinese di puntare su De Boer. Se la storia del passato serve, un uomo esperto come Sabatini saprà come migliorare l’Inter, che al contrario del Milan non è da ricostruire, malgrado l’ultimo piazzamento in campionato. Borja Valero è già un ottimo rinforzo per il centrocampo, anche se Nainggolan, per età e potenza fisica, poteva ulteriormente migliorare il reparto insieme con l’ex viola. E poi, se davvero arriveranno Dalbert, Martial e uno dei due Keita, Balde della Lazio o Naby del Lipsia, Spalletti avrà la prova che le promesse sono state mantenute. L’importante è non farsi condizionare dalla frenesia e dal pericoloso gioco dei paragoni, perché alla distanza la differenza è il frutto della competenza, a livello tecnico e di gestione. E da questo punto di vista Sabatini e Spalletti sono la migliore garanzia."
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Cerruti (GdS): “L’Inter di Sabatini e Suning vittima degli errori del passato. Spalletti…”
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(Gazzetta dello Sport)
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