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Per rendere l’idea, ha segnato lo stesso numero di gol di attaccanti come El Shaarawy e Milik, uno in più di Kean, Jovic, Diaz e Barella, centrocampista come lui e suo possibile nuovo compagno nell’Inter. In attesa di sapere se sarà davvero così, i due hanno già fatto le prove proprio in Nazionale, giocando 76’ dall’inizio contro la Spagna giovedì scorso e gli ultimi 15’ domenica contro l’Olanda, quando Barella ha rilevato Verratti. A prescindere dai voti alti per entrambi, con Frattesi migliore in campo nella semifinale, si è visto che potrebbero giocare benissimo insieme anche nell’Inter, come centrocampisti incursori ai lati di Calhanoglu, promosso stabilmente centrale se Brozovic andrà via.
Al di là degli aspetti tattici, Frattesi sarebbe l’acquisto ideale per l’Inter anche in prospettiva azzurra, perché con lui Inzaghi potrebbe schierare tre italiani nel reparto centrale, aggiungendo Frattesi a Barella e Dimarco. E così i titolari italiani nell’Inter diventerebbero sei, addirittura in maggioranza visto che il reparto arretrato è già “made in Italy” con Darmian, Acerbi e Bastoni, senza dimenticare la preziosa alternativa D’Ambrosio. Non si tratta di una semplice statistica ma di una spiegazione, psicologica oltre che tecnica, che aiuta a capire l’exploit dei nerazzurri in Champions.
Perché anche senza i campioni di Guardiola l’Inter ha giocato alla pari con il Manchester City grazie a cinque italiani: Darmian, Acerbi e Bastoni dietro, Barella e Dimarco in mezzo. Un record di questi tempi, comunque da applaudire, ricordando quello opposto dell’Inter del “Triplete”, nella finale di Championsdel 2010 con undici stranieri. E quindi ben venga Frattesi all’Inter, per regalare un italiano in più a Inzaghi e un nuovo blocco nerazzurro a Mancini.
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