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Cerruti: “Inter, Allegri l’erede di Conte? Sarebbe l’ideale per questi tre motivi”

Marco Astori

L'analisi del giornalista

Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, noto giornalista, ha detto la sua sulla possibilità che Massimiliano Allegri succeda Antonio Conte sulla panchina dell'Inter: "In attesa di sapere se Antonio Conte lascerà davvero l’Inter, bisogna usare il condizionale per parlare del futuro di Max Allegri, il suo sostituto designato. Non è più un mistero per nessuno, infatti, che sarebbe lui il prossimo allenatore nerazzurro se si interrompesse, più o meno bruscamente, il rapporto tra Conte e la società presieduta da Steven Zhang. Con una certezza che non intacca le qualità professionali di Conte, mai discusse da nessuno, ma può e deve tranquillizzare i tifosi dell’Inter. La certezza, cioè, che Allegri sarebbe il suo sostituto ideale per almeno tre motivi.

I motivi

È fin troppo facile incominciare, e non soltanto per motivi scaramantici, dal precedente del 2014. Quando Conte abbandonò la Juventus al secondo giorno di ritiro e Agnelli fu costretto a “ripiegare” su Allegri, ancora libero dopo il frettoloso esonero dal Milan. Come è andata a finire lo sanno tutti. Contestato dai tifosi bianconeri che lanciavano uova all’auto su cui viaggiava con Agnelli, per nulla disposto a cambiare strada per dimostrare di non avere paura, Allegri vinse subito il primo di cinque scudetti consecutivi, e la prima di due finali di Champions, perse soltanto contro il Barcellona di Messi e il Real Madrid di Ronaldo.

Precedente beneaugurante, quindi, che si lega al secondo motivo a vantaggio di Allegri, per il suo carattere deciso ma senza la minima traccia di integralismo per le sue idee, in campo e fuori. E infatti, nella sua carriera piena di successi e non soltanto alla Juve, Allegri ha dimostrato di possedere l’eclettismo di Lippi, il buon senso di Ancelotti e la semplicità di Capello, adattando la tattica ai giocatori a disposizione e non viceversa, senza mai arrivare alla rottura con i suoi ex dirigenti, come confermano i suoi ottimi rapporti con Galliani.

E poi c’è un terzo motivo che riassume i due precedenti. Perché Allegri a livello di esperienza non è certamente inferiore a Conte. È facile pensare alla sua intuizione di sfruttare nel modo migliore Mandzukic. Meno facile era capire subito le qualità del diciottenne Coman, che ha deciso la finale di Champions. Arrivato a Torino anche lui nell’estate del 2014, grazie a una delle tante abili mosse di Marotta che lo pagò 9 milioni e poi per motivi economici lo cedette al Bayern per 28, Coman fu lanciato in prima squadra nella gara inaugurale di campionato contro il Chievo, anche se qualcuno diede del pazzo ad Allegri per quella scelta. Il tempo, invece, come si è visto anche nell’ultima stagione con Sarri, gli ha dato ragione. E il tempo potrebbe dargli nuovamente ragione sull’altra panchina di Milano. Anche se tra lui e l’Inter c’è ancora un condizionale da sciogliere", ha concluso.