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Cerruti: “Inter da scudetto? difficile ma Mazzarri è una garanzia. E se a gennaio…”

Il noto opinionista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, si è soffermato, nel suo editoriale, sul campionato dell’Inter e sul futuro della società nerazzurra, relativamente al calcio giocato: “Siamo arrivati a poco meno di un...

Riccardo Fusato

Il noto opinionista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, si è soffermato, nel suo editoriale, sul campionato dell'Inter e sul futuro della società nerazzurra, relativamente al calcio giocato: "Siamo arrivati a poco meno di un terzo del campionato e la classifica incomincia a essere uno specchio che riflette verità attendibili, anche se non ancora definitive. Nel caso dell’Inter, però, è bene ricordare che un anno fa, dopo 12 giornate, l’allora squadra di Stramaccioni era seconda a quattro punti dalla Juventus, che aveva già battuto 3-1 a Torino, e malgrado la successiva sconfitta (2-3) a Bergamo contro l’Atalanta il profumo di scudetto era ancora intenso ad Appiano Gentile e dintorni. Come è finita quella stagione lo sanno tutti, a cominciare dall’inesperto tecnico, scelto e poi giustamente scaricato da Moratti.Dal nono posto di fine campionato al quarto di oggi sembra passato un secolo, ma in realtà l’unica vera novità è rappresentata dall’arrivo di Mazzarri, un tecnico dalla forte personalità e con la grande esperienza che sarebbe servito tre anni fa, per gestire il dopo-Mourinho. E’ vero che con Mazzarri ci sono anche i nuovi acquisti Campagnaro, Rolando, Taider, Belfodil e Icardi, ma con tutto il rispetto per loro gli unici campioni attualmente a disposizione del tecnico sono Handanovic e Palacio, in attesa del recupero a tempo pieno di Milito. Tutti bravi, ma insufficienti per garantire qualità da scudetto all’Inter, che Mazzarri ha avuto il grande merito di compattare, estraendo il meglio da tutti, a cominciare da Jonathan e Alvarez, due giocatori trasformati rispetto all’ultima stagione. Mentre Kovacic rimane ancora un’incognita, soprattutto a livello tattico, non bisogna poi sottovalutare il pieno recupero di Cambiasso, tornato indispensabile per il centrocampo nerazzurro come ai tempi del triplete, anche se per lui, come per gli altri, occorre la verifica del tempo. Senza nuovi campioni, come Tevez per la Juve, Higuain per il Napoli, progetti di campioni come Strootman e Ljajic per la Roma, o campioni rilanciati come Pepito Rossi per la Fiorentina, nessuno immaginava ai nastri di partenza che l’Inter potesse correre per un posto in Champions, o addirittura che potesse sognare lo scudetto. E invece oggi è lì, a 3 punti dal terzo posto del Napoli e a 7 dal primo della Roma, grazie al grande lavoro tattico e psicologico di Mazzarri, che non ha ancora aggiustato come vorrebbe la difesa, per l’assenza di Campagnaro, ma intanto ha già costruito una squadra con il miglior attacco, in cui hanno segnato 11 giocatori. Se Thohir interverrà bene sul mercato di gennaio, soddisfacendo le richieste del tecnico che dall’estate chiede invano un esterno di qualità, l’Inter potrà continuare a far sognare i suoi tifosi. In caso contrario il terzo posto rimarrebbe un traguardo eccezionale, perché le tre squadre che la precedono hanno un organico migliore. E proprio per questo un ingresso in Europa League, precedendo la Fiorentina e soprattutto il Milan, che un anno fa si contendevano il terzo posto, non sarebbe da disprezzare. In fondo tutte le ricostruzioni avvengono per gradi, partendo a fari spenti, con i fatti e non con i proclami. Proprio come piace a Mazzarri, l’ultimo regalo di Moratti all’Inter.