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Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Alberto Cerruti ha parlato dell'Inter e del grande lavoro di Conte che ha saputo coinvolgere tutti nel suo progetto:
"È l’Inter di Lukaku, il grande e grosso acquisto fortemente voluto da Conte. È l’Inter del rilanciato Lautaro, non a caso nel mirino del Barcellona. È l’Inter dell’indispensabile capitano Handanovic. È l’Inter della nuova coppia di centrocampisti Sensi e Barella. Ma dietro questi titolarissimi c’è un’altra Inter, ugualmente importante. È l’Inter dei cosiddetti gregari, che in ogni squadra vincente offrono un contributo decisivo. E nessuno meglio di Conte, che in fondo è stato un gregario di lusso nella grande Juventus di Lippi, subito campione d’Italia, d’Europa e del mondo, sa valorizzare questi uomini, spesso ignorati dai tifosi, se non addirittura contestati. Lui che vinse il primo scudetto sulla panchina bianconera, sfruttando la generosità di Padoin e Giaccherini, l’eclettismo tattico di Pepe, la fame arretrata di gol di Matri e Vucinic, oggi sta ripetendo lo stesso capolavoro all’Inter.
Prendiamo, soprattutto, il caso di Candreva, che sulla “Gazzetta” si è meritato un bel 7,5 nell’ultima pagella di Vernazza con questa motivazione: “L’uomo “contianus” è ritornato ai fasti di un tempo. Signoreggiante sulla destra, turbinio di cross e di uomini saltati”. Verissimo, perché tutti ricordano i fischi ricevuti l’anno scorso, nelle rare volte in cui entrava in campo e sbagliava i cross. Pochi, invece, ricordano che Candreva fu lanciato in Nazionale da Lippi dieci anni fa, nel 2009, quando ne aveva 22 ed era un promettente trequartista nel Livorno. Da allora, tra alti e bassi, ha indossato 54 volte la maglia della Nazionale, ma soltanto grazie a Conte ha ritrovato applausi e un posto fisso.
A pochi metri di distanza, contro il Genoa si è confermato Gagliardini, capace di firmare il 2-0 e di procurare il rigore del 3-0. Anche lui sembrava una promessa non mantenuta e invece adesso, ad appena 25 anni, non può essere considerato una semplice alternativa a Sensi e Barella, ma un prezioso jolly, pericoloso negli inserimenti e nel tiro a rete.
Per rimanere in mezzo al campo, è impossibile ignorare la riscoperta del trentaquattrenne Borja Valero, non a caso elogiato da Conte: «Ho avuto grandi risposte anche da chi giocava meno e Borja Valero è l’esempio lampante». Nemmeno la sua professionalità, però, sarebbe sufficiente se non ci fosse chi la sa valorizzare e così anche per lo spagnolo i mormorii di un anno fa si sono trasformati in applausi. E infine, ecco il caso di Bastoni che a 20 anni sta strappando il posto a Godin, anche se a destra tatticamente lo sostituisce Skriniar. L’ultima dimostrazione che nell’Inter di Conte i gregari fanno rima con titolari.
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