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Cesar: “Chi è l’anima dell’Inter? Il nome è uno. Il cuore è a Roma. Mancini è…”

Francesco Parrone

In occasione della sfida di stasera a Laziosiamonoi.it è intervenuto Cesar Rodrigues un doppio ex di eccezione del posticipo Inter–Lazio. Conoscendo sia Inter che Lazio e considerando i momenti opposti che stanno vivendo, che partita ti...

In occasione della sfida di stasera a Laziosiamonoi.it è intervenuto Cesar Rodrigues un doppio ex di eccezione del posticipo Inter-Lazio.

Conoscendo sia Inter che Lazio e considerando i momenti opposti che stanno vivendo, che partita ti aspetti a San Siro?

“Per la Lazio sarà una partita difficilissima, in questo momento non poteva capitare di peggio. Si trova ad affrontare l’Inter che è la prima in classifica e sta vivendo un grande momento di forma. Purtroppo i biancocelesti sono lontani da quello che erano l’anno scorso e dovranno dare davvero il massimo per portare a casa il risultato. Ma sarà di certo una bella prova per la Lazio che potrà dimostrare di aver voglia di tornare quella della passata stagione. Dall’altra parte c’è un’Inter capolista, unita, che ha ritrovato quell’equilibrio tanto voluto da Mancini”.

Pensi che sfidare la capolista per questa Lazio possa rappresentare uno stimolo maggiore? O al contrario potrebbe intimorire?

“Intimorire non credo proprio, è chiaro che c’è il rispetto per una grande squadra qual è l’Inter, così come anche da parte dei nerazzurri. Mancini sa perfettamente che affronterà un gruppo in difficoltà che darà l’anima. La Lazio è consapevole che si trova di fronte alla prima in classifica e che per portare a casa un risultato utile dovrà lottare fino all’ultimo minuto”.

Chi è l’anima dell’Inter? E della Lazio?

“Per la Lazio dico Lucas Biglia. È un calciatore che quando gioca al massimo del suo potenziale dà veramente tanto, è quello che detta i tempi, è una pedina molto importante. Ma alla fine conta sempre il gruppo, c’è bisogno del supporto di tutti. L’Inter ha uomini a centrocampo fortissimi, giocatori affamati, grintosi e dotati di grande tecnica. La sua anima è Icardi, pronto a sfruttare qualsiasi errore e ad infastidire sempre l’avversario. È il giocatore che ti fa la differenza”.

Inter e Lazio hanno avuto due percorsi opposti. I nerazzurri sono rinati dopo una stagione deludente, la Lazio sembra essersi smarrita dopo gli importanti risultati dello scorso anno. Qual è la forza dell’Inter e invece che cosa manca nella Lazio?

“La forza dell’Inter si chiama Mancini che ha dato un’impronta e un’identità a questa squadra. Ha introdotto una grande novità, cioè la figura dell’allenatore manager che indirizza la società nelle scelte di mercato. È questo sicuramente il valore aggiunto, basti pensare che è l’unico, tra tutti i successori di Mourinho, che sta portando in alto l’Inter. Alla Lazio è mancato soprattutto un mercato estivo volto a rinforzare la rosa. È l’unica squadra che ha giocato una finale di Supercoppa con gli stessi giocatori che aveva nella stagione passata, senza un minimo di cambiamento. In più non ti puoi andare a giocare le qualificazioni di Champions senza aver rinforzato il gruppo. Va bene acquistare giovani di prospettiva, come per esempio Kishna che a me piace molto, però qualche acquisto di maggiore spessore, a mio parere, andava fatto. È normale che poi ne risente anche in campionato, perché gli altri club si sono rinforzati tutti”.

In questi giorni Pioli è stato messo parecchio in discussione, tu pensi che il cambio panchina possa essere la soluzione migliore?

“Assolutamente no, Pioli ha dimostrato di saper gestire il gruppo e lavorare bene. Alla fine sono sempre loro, deve riuscire a dare una scossa. Il momento non è facile, però sono convinto che ne uscirà. La vittoria in Coppa Italia ha ridato fiducia. Adesso la Lazio deve andare a Milano convinta di potercela fare e deve ritrovare lo spirito combattivo che l’anno scorso le ha fatto raggiungere obiettivi importanti”.

Nella tua carriera in Italia Mancini è stato una presenza costante. Prima alla Lazio poi all’Inter: che allenatore è stato? Che cosa ha rappresentato per te?

“Mancini è stato fondamentale per me, per la mia crescita. Ha capito fin da subito le mie caratteristiche e il mio ruolo. È uno che punta tanto sul gioco di squadra e lavora bene sulla mentalità, è uno che ci mette tanta passione e dedizione. È un vincitore dentro, è uno che motiva e che carica sempre i suoi ragazzi”.

Uno dei tuoi ricordi più belli alla Lazio?

“È sempre legato a Mancini, alla fiducia che lui mi ha sempre dato anche nei miei momenti più difficili. Mi ripeteva sempre: "Ce la puoi fare". E questi sono incoraggiamenti che ogni giocatore vorrebbe sentirsi dire dal proprio allenatore. Mi hanno dato la forza di andare avanti anche quando ero demoralizzato”.

 Da calciatore ad allenatore. Quando hai capito che avresti voluto fare l’allenatore?

“In realtà io avrei preferito lavorare nella dirigenza. Poi mi è capitata l’occasione di fare un corso per allenatori. Ho avuto degli istruttori bravissimi che mi hanno fatto innamorare di questo mestiere e da lì non ho più lasciato questa strada”.

Se ti dovessero offrire la panchina sia Inter che Lazio, chi sceglieresti?

“Il mio cuore è a Roma. Poi quando si parla di questi club così importanti è un piacere allenare, a prescindere dai colori. Magari mi augurerei di fare come Mancini, che ha avuto il piacere di sedere su entrambe le panchine”.