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Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, Cesar, ex centrocampista dell'Inter, ha parlato in vista della sfida di domani tra i nerazzurri e il Porto, i cui allenatori sono Simone Inzaghi e Sergio Conceicao, due suoi compagni alla Lazio.
«Due grandi professionisti, ma anche due persone intraprendenti, intelligenti. Quello era un gran bel gruppo, con tanti campioni che hanno poi intrapreso una carriera importante da allenatore».
«Onestamente era difficile prevedere che diventassero allenatori di questo spessore. Magari lo potevi pensare di Simeone o Mihajlovic, mentre Simone e Sergio erano diversi. Però erano due ragazzi molto attenti a recepire le indicazioni dei grandi maestri che abbiamo avuto. Io non ho avuto la fortuna di avere Eriksson, ma Zoff, Zaccheroni e soprattutto Mancini ci hanno insegnato tanto. Per me Roberto è stato un mentore».
«Nell’annata ’12-13 Simone guidava gli Allievi Nazionali, io i Regionali. Ci confrontavamo spesso, giocavamo le partitelle contro. Posso dire che il Simone di oggi non è cambiato, è ovviamente cresciuto, ha arricchito il suo bagaglio, ma già allora giocava con questo sistema, i giocatori si muovevano come oggi, i cambi erano simili. Aveva una sua mentalità di gioco e l’ha mantenuta».
«Sì, forse perché lui era un’ala e il 4-4-2, così come il 4-3-3, sono sistemi ideali per chi giocava nel nostro ruolo, visto che anche io agivo sulla fascia. Così puoi schierare due elementi di fantasia senza chiedergli grandi compiti difensivi avendo un difensore alle spalle».
«Sì, certo. Spero che l’Inter vada avanti, può farcela, anzi deve. In campionato purtroppo il Napoli è imprendibile al momento, ma sono convinto che i nerazzurri possano riscattarsi in Europa e ripetersi in Coppa Italia».
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