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"È un’evoluzione, non una rivoluzione", assicura la UEFA. Eppure i cambiamenti nella nuova Champions League ci sono, ed anche importanti: restano due i percorsi di qualificazione (campioni e piazzate) ma dal 2018 al 2021 anche la vincente dell’Europa League potrà accedere automaticamente ai gironi, e non più soltanto ai playoff. Le prime quattro squadre delle prime quattro leghe nazionali (Premier League, Liga, Bundesliga e Serie A) andranno direttamente alla fase a gironi, occupando dunque 16 posti su 32, con un numero massimo di 5 club appartenenti alla stessa nazione ammessi (4 di lega più eventuale vincente EL).
Oltre ad un nuovo sistema per calcolare i coefficienti dei club, per il risultato complessivo concorreranno anche i risultati storici dei club, con un sistema di assegnazione punti ponderato per entrambe le competizioni europee e riguardante i precedenti titoli europei delle squadre. Questo sistema, spiega la Uefa, garantirà più equilibrio. Alla competizione potranno partecipare tutti i paesi, ovviamente occupando la metà dei 16 posti restanti, ma grazie ai playoff ogni paese "potrà ancora aspirare a partecipare alla fase a gironi della competizione".
Ricchi sempre più ricchi? Non sarà così: il nuovo modello di distribuzione delle entrate garantirà un aumento nei pagamenti ai campionati e ai club che vengono eliminati nelle fasi di qualificazioni, e il contributo in base al market pool permetterà a tutti i club di ricevere più denaro per i risultati sportivi e meno per il sol fatto di far parte di un grande mercato televisivo.
Utile ribadire che questi cambiamenti sono il risultato di una lunga mediazione tra Uefa e i club, tenendo conto di una vasta gamma di competenze e prospettive.
(Fonte: calcioefinanza.it)
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