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Champions, quando a vincere è chi non ti aspetti. Tre i casi in cui trionfò un’outsider

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Non succede spesso, ma ogni tanto sì. A vincere la Champions solitamente sono le corazzate, ma a volte trionfa anche chi parte sfavorito

Non succede spesso, ma ogni tanto sì. A vincere la Champions solitamente sono le corazzate, ma a volte trionfa anche chi parte sfavorito. È successo almeno tre volte nella storia della coppa: il Porto di Mourinho, il Dortmund di Hitzfeld e il Chelsea di Roberto Di Matteo.

"Outsider in trionfo? Nell’era Champions è successo di rado. Ma la finale fra sfavoriti per antonomasia è quella del 2004 a Gelsenkirchen: Porto-Monaco 3-0. L’exploit di un giovane Mourinho, che l’anno prima con i portoghesi aveva vinto la Uefa. Di fronte il club del Principato guidato dal 35enne Deschamps, che arrivò in Germania da favorito. Aveva eliminato il Psv, il Real dei Galacticos e il Chelsea di Ranieri. Il Porto fece il colpo con lo United, con gol di Costinha al 90’ al ritorno a Manchester, poi vinse con i più agevoli Lione e Deportivo, con un rigore a La Coruña. E in finale sorprese", racconta La Gazzetta dello Sport.

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"Altre sorprese? Si può ricordare il Dortmund, re nel 1997, in finale con la Juve di Lippi. I gialloneri di Hitzfeld, in una Coppa a 16 squadre, ai quarti ebbero vita facile con l’Auxerre, ma in semifinale superarono lo United di Ferguson, battendolo 1-0 anche a Manchester. La Juve aveva superato Rosenborg e Ajax e all’Olympia-Stadion era data favorita, da campione in carica. Ma non aveva considerato Kalle Riedle, 32 anni, ex Lazio, doppietta in finale e 4 gol nel torneo, sua miglior stagione di sempre in Champions". 

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"Anche il Chelsea di Roberto Di Matteo nel 2012 non era favorito in primavera. Veniva dall’aver raccolto il testimone di Villas Boas a marzo. I Blues, ko a Napoli 3-1 (con Frustalupi per Mazzarri in panchina) negli ottavi, a Stamford al ritorno fanno l’impresa: ribaltano e vincono 4-1 nei supplementari, con gol di Drogba, Terry, l’attuale tecnico Lampard e Ivanovic. Il miracolo di Londra li gasa, il Chelsea passa a Lisbona col Benfica. Quindi abbattono il Barça di Guardiola, campione nel 2011: in casa basta Drogba. E in finale? Pescano il Bayern all’Allianz Arena, davanti a oltre 60 mila tifosi. Ma Drogba, Lampard e soci sono in ballo e sanno ballare. A 7’ dalla fine Müller infila Cech di testa, ma all’88 l’ivoriano Didier buca Neuer anche lui con un testata d’ariete. Poi supplementari e colpo di scena: rigore per i Rossi. Ma Cech para su Robben. E si arriva alla conclusione dal dischetto. Sbaglia Mata per i Blues il primo. Ma ancora gigante Cech si oppone a Olic, poi Schweinsteiger becca il palo sinistro e Drogba non si lascia intimidire. Chelsea e Di Matteo campioni. Da outsider", spiega Gazzetta.

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