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Cherubini: “Dissi a Paratici che non avrei fatto il Marotta. Mi veniva da vomitare…”

Gianni Pampinella

Le attività della Procura di Torino hanno portato a inserire Fabio Paratici tra gli indagati. Non figura invece Cherubini

Le attività della Procura di Torino hanno portato a inserire Fabio Paratici tra gli indagati per manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali di società quotata in Borsa ed emissione di fatture false. Come sottolinea la Gazzetta dello Sport, non figura nell'elenco Cherubini. "Questo perché Paratici aveva un’elevata libertà di azione che gli permetteva di procedere alla chiusura delle operazioni senza consultazioni o procedimenti formali. Anche se non tutti condividevano un tale modus operandi".

"La posizione di Cherubini si evince facilmente da diverse intercettazioni: "Noi alle prime riunioni di marzo si parlava di fare 300 milioni di quelli (le plusvalenze, ndr) eh! Io ti giuro che c'ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci". Ancora, riferendosi a Paratici: "Se si svegliava la mattina e c'aveva mal di testa o beveva un bicchiere poteva firmare per 20 milioni senza dirlo a nessuno. Mi sentivo che mi stavo vendendo l'anima, perché a un certo punto stavo facendo delle cose, ero complice, anche per una questione di ruolo dovevo dire a Fabio 'non sono d'accordo' ma se poi lui diceva 'si va' allora si va".

"L’addio di Marotta, nell’autunno del 2018, convince Paratici ad aumentare le responsabilità di Cherubini. Spiega quest’ultimo in un colloquio intercettato. "Quando andò via Marotta tre anni fa gli scrissi e mi disse 'tu vieni con me perché farai una parte delle cose che faceva Marotta'. Io gli dissi 'Fabio vengo lì a fare quel lavoro sporco perché non lo vuoi fare, perché te in sede non vuoi andare, all'ufficio del personale non vuoi andare, al commerciale non vuoi parlare. Ma non farò Marotta perché Marotta sarà una figura, se te la mettono, che quando tu dici compro questo, ti dice: 'Quest'operazione non si può fare' e tu probabilmente ti rimetti in mare e ne cerchi una migliore. Lui a un certo punto non aveva più questo filtro e quindi poi è entrato in un loop che per correggere quella cosa quindi non agiva per la Paratici Srl, agiva per la Juventus".

(Gazzetta dello Sport)