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Christillin: “Juve e Superlega? Così calcio diventa odioso ma resto juventina. L’Avvocato…”

Evelina Christillin, membro del Comitato esecutivo dell'UEFA ha così parlato a La Stampa del progetto Superlega

Matteo Pifferi

Evelina Christillin, membro del Comitato esecutivo dell'UEFA ha così parlato a La Stampa del progetto Superlega, ormai ufficialmente naufragato.

Si aspettava questo tentativo di scissione?

«Proprio no. Il nuovo corso della Champions è stato discusso per mesi, rivisto più volte e si è atteso fino all’ultimo l’accordo di tutte le parti. Non c’erano avvisaglie per un volta faccia così».

Che effetto le ha fatto vedere la sua Juve tra le 12 ribelli?

«Mi è spiaciuto. Ho vissuto tutta la vita legata a questa squadra e oro scopro che vorrebbe diventare un’altra creatura. Per me non è solo tifo, è vita e ricordi: io e mio zio al vecchio Comunale. La Juve è Torino, è la memoria di tanti che come me l’hanno nel cuore e non questa immagine planetaria proiettata dalla SuperLega».

Si è data un motivo dello strappo?

«Immagino che chi ha optato per quella strada cercasse un modello americano. Tipo Nba, ma quello nasce come sport e show business.Non è solo un altro sistema, è un’altra cultura.Non la nostra. Le franchigie Usa cambiano proprietà di continuo, persino città,non ci sono retrocessioni è tutto in salsa circense. Non funziona qui. Poi magari la generazione zeta si appassionerebbe, ma non ne sono così sicura».

Juventina, frequentatrice di casa Agnelli e carica Uefa. Si è sentita a disagio?

«Per cosa, per essere juventina? In questa storia non ho dubbi, l’idea della Super Lega, così come si è presentata, non mi piace, travalica qualsiasi ordinamento sportivo nazionale e internazionale e“il modo ancor m’offende”come dice Dante. Più del cosa e il come che mi ha lasciato senza parole».

Resta juventina?

«Sicuro, chiedermi di cancellare il mio tifo sarebbe pretendere troppo».

Se mai dovesse esistere una Super Lega guarderà le partite della Juve?

«Se mai esisterà una Super Lega la Juve la potrò guardare solo lì, perché non potrà giocare da nessuna altra parte».

Cosa avrebbe detto l’Avvocato?

«Mi ricorda una storia che va indietro nel tempo, quando la società voleva vendere Vieri e l’Avvocato ha detto “È come Brigitte Nielsen, fuori mercato” e in una notte lo hanno ceduto. C’era la triade allora. Si sarebbe sentito più o meno così».

Ha parlato con Andrea Agnelli in questi giorni.

«No».

L’Uefa avrebbe potuto fare qualcosa per evitare questa situazione?

«No, abbiamo interagito con le società, modificato una competizione ascoltando le loro ragioni.Comunque fa male fare questi discorsi e proprio adesso, con milioni di morti, milioni di disoccupati discutere sui miliardi del pallone. Sarà retorica ma se c’era un momento in cui non farlo era questo. Così il calcio diventa odioso»

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