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Perché l'Inter ha comunque avuto spazio anche se eravate bassi?
"Se riguardate i gol li abbiamo presi andando a prenderli e lì l'Inter ti sfonda, ha palleggio e sono rodati. Di cosa parliamo... Dovevamo stare lì a soffrire, ho cercato di tenere due davanti alla difesa in attesa di un paio di ripartenze, come le occasioni di Pereyra. Non vedevo altre partite per noi. Non è una mancanza di coraggio, ma un coraggio espresso in maniera diversa perché dobbiamo sapere chi siamo".
C'è stata una mancanza di qualità per essere più pericolosi?
"Se vuoi dare superiorità dietro e c'è Barella che fa saltare il banco è difficile, da qui la scelta di far scivolare Wallace sul terzo loro che scendeva. Quando abbiamo avuto il tempo giusto siamo ripartiti, abbiamo provato a vincerla di astuzia, resilienza e fatica ma non ha funzionato. Chiudiamo pagina e ripartiamo più convinti di prima".
Cosa ti ha impressionato di più di questa Inter?
"Mi violenti un po' a fare i complimenti all'avversario. La priorità era levargli la profondità, ma hanno avuto pazienza e consapevolezza. Quando si stavano innervosendo abbiamo preso il rigore e poi siamo stato un po' 'pollacchiotti' perché volevamo pareggiarla subito. Siamo stati ingenui perché volevamo aggredire e ripartire, ma quello è il gioco dell'Inter che ha fatto penare il Napoli e non siamo a quel livello".
Come può essere migliorata l'Udinese a gennaio?
"Non parlo di mercato. Sto concentrato sul campo e alleno chi mi danno con il sorriso".
La squadra sembra più indirizzata sulla fisicità che sui giovani talenti.
"Capisco quello che volete dire, ma vedo tanti diamanti grezzi. Samardzic e Zemura hanno un potenziale enorme, posso andare avanti con Ebosele, Lucca e anche altri... mi son fregato da solo perché ora li devo dire tutti (ride, ndr)".
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