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Tra quindici giorni Manchester City e Inter si troveranno una difronte l'altra nella finale di Champions League. Simone Inzaghi e Pep Guardiola riporranno gran parte delle loro speranze nei loro due bomber: Lautaro Martinez ed Erling Halaand. "Questa era una sfida impari fino a qualche settimana fa, ma la nuova vena del Toro ha reso legittima la domanda che prima sarebbe stata eretica. Questo Lautaro indomabile, in crescita verticale, può davvero sfidare alla pari l’onnipotente Haaland del 2022-23? Può batterlo, individualmente e collettivamente, soprattutto in una finale secca? Non c’è dubbio, soprattutto se sarà sostenuto con uguale coraggio dal resto della compagnia di Inzaghi. Martinez è, sì, l’arma con cui colpire il City, ma per baciare la Coppa l’Inter dovrà essere un corpo unico. Una vera squadra", sottolinea la Gazzetta dello Sport.
"Ci sono comunque diversi gradi di separazione tra il biondone vichingo e l’indio cresciuto a Bahia Blanca: talento bionico costruito in laboratorio contro istinto e imprevedibilità latina. In partenza li differenziano 20 cm di altezza, ma la loro struttura fisica agli opposti aiuta anche a definire il ruolo: Haaland, 1.94, è il centravanti venuto dal futuro per abbattere ogni parete; Lautaro, 1.74, può giocare anche da seconda punta vecchio stile, ma sa bene come diventare rapinatore d’area".
"Martinez, invece, ha finalmente fatto lo scatto al livello dei big: ha segnato 27 reti in stagione, suo massimo finora ma poco più della metà del rivale. Nell’ultimo periodo, però, il Toro si è imbizzarrito davvero in stile Haaland: da aprile l’ha messa dentro 10 volte come Erling e in questo periodo solo Wilson del Newcastle e Benzema (11) ne contano di più. A Istanbul monteranno il palco per la battaglia rap e non conteranno le altre musiche ascoltate in privato".
(Gazzetta dello Sport)
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