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"Ieri Agnelli è stato vittima di se stesso e del fatto che i social ti controllano in ogni momento. Veniva fuori da una partita combattuta e si è sfogato di quanto aveva accumulato tutto questo tempo verso Conte. Il suo errore è aver usato il termine in maniera offensiva". Intervenuto a Radio Punto Nuovo, l'ex presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli ha parlato così dello screzio tra Agnelli e Conte.
"Conte è sicuramente un tecnico competente, ma esagitato: non vorrei essere sua moglie o sua figlia. È di alti valori tecnici, ma a livello umano un po' meno. Nel momento in cui scartammo Conte per Ranieri nel 2007, parlandone con Blanc gli ricordai cosa successe ad Arezzo in una partita di Serie B in cui la Juve vinse 5-1 e festeggiò il ritorno in Serie A. Fuori dalla porta si sentiva una persona che urlava: era Conte (all'epoca alla guida degli aretini, ndr) incazzato nero perché non avevano pareggiato. Io segnalai quella reazione scomposta e senza senso, anche se nessuno gli diede grande importanza. Per me denotava la mentalità di uno che non avrebbe dovuto allenare la Juventus. Agnelli ha la disgrazia e la fortuna di portare un cognome pesante, nonostante sia differente da suo padre. Il suo sfogo lo si nota, ma dopo un po' passa. Pensate invece a quanti altri presidenti di Serie A, e non solo, utilizzano il turpiloquio: Cellino, Zamparini, De Laurentiis. Quest'ultimo è giustificato in quanto nobile e ritiene dei vassalli tutti gli altri".
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