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Il doppio ex Francesco Coco, ai microfoni di Itasportpress.it dice la sua in vista della stracittadina di Milano, in programma domenica sera al Meazza: "Il derby è sempre stata una sfida molto tattica dove c’è sempre stato molto equilibrio. C’è molto stress e si sente parecchio la responsabilità, c’è il timore di sbilanciarsi. Magari si preferisce non prendere goal piuttosto che farlo. Anche se conta meno rispetto al passato, dove se ne parlava già dieci giorni prima, ma comunque per la città è la partita della stagione. Sarà una prima mezzora di studio. Immagino un match bloccato, dove non ci sarà spettacolo. Tuttavia, potrebbe anche arrivare l’episodio chiave che può far svoltare il tutto, magari un goal all’improvviso, e la storia cambia. In ogni caso, fino a quando non si sbloccherà, prevedo un derby bloccato e molto tattico. Pronostico? Un pareggio".
SUL MILAN - "Il momento è positivo, si vede la mano di Montella. I rossoneri hanno più idee rispetto ai nerazzurri. Il Milan è sotto una buona stella, a livello mentale sono in una situazione tranquilla e serena. Con un’eventuale vittoria, potrebbe continuare la cavalcata verso la Champions League. Sarà un derby emotivamente particolare per i rossoneri. L’eventuale assenza di Romagnoli non sarà determinante, tutti si possono sostituire, ma in ogni caso il Milan perderebbe un giocatore che aveva trovato autostima, colui che gestiva la difesa e dirigeva l’orchestra. E’ il centrale con più personalità. In attacco c’è il dubbio tra Bacca e Lapadula: non sarà facile per Montella, fare l’allenatore è complicato. L’ex Pescara ha entusiasmo per il goal che ha realizzato a Palermo, è un guerriero, ma dall’altra parte è difficile lasciare il colombiano in panchina, è un giocatore abituato a giocare queste partite. Fossi in Montella ci penserei ancora per qualche giorno, è un bel rebus".
SULL' INTER - "Paradossalmente può essere più facile perché Pioli esordire nel derby. Quando arriva un allenatore nuovo c’è la necessità di inculcare la propria mentalità ai suoi giocatori e ci vuole tempo, magari affrontando una piccola sarebbe stato difficile e avrebbe dovuto motivare la squadra, mentre contro il Milan sarà automatica la motivazione. Vista la classifica, se l’Inter dovesse perdere sarebbe un colpo forte da assorbire. La sconfitta farebbe più male ai nerazzurri".
I SINGOLI - "Aspetto Icardi, ha voglia di segnare a una squadra a cui non ha mai fatto goal. E’ un caso che non ha mai gonfiato la rete dei rossoneri, nemmeno Messi e Ronaldo segnano in tutte le partite. Nell’Inter occhio anche a Joao Mario, quando è in campo si vede ed ha capito subito i tempi di gioco. Per quanto riguarda il Milan, attenzione a Bonaventura, che da diversi anni tiene la baracca in piedi: viene poco esaltato, ma ha qualità superiori a tanti, anche a livello umano. Mi piacerebbe vedere un Niang decisivo, potenzialmente è un fenomeno. Potrebbe diventare fortissimo, quando è in giornata sembra Gullit. Se si mette in testa di diventare un fenomeno può spaccare. Il goal nel derby potrebbe essere un trampolino di lancio".
RICORDI - "Per quanto mi riguarda, i derby con la maglia del Milan sono stati vissuti diversamente, anche perché sono cresciuto in rossonero e il primo derby lo feci a 18 anni. Erano i derby per me più sentiti, percepivo un sapore diverso. Con l’Inter, invece, lo vivevo in maniera più normale. Li sentivo di più col Milan perché è stata una famiglia, lì sono cresciuto. Ricordo che nel novembre del 1998, durante il derby, mi ruppi per la prima volta il crociato. Il derby più bello è quello del maggio 2001 che finì 6-0, davvero difficile da ripetere. La mattina seguente sembrava che avessimo vinto lo scudetto, si respirava un’atmosfera positiva e frizzante. Mancavano ancora diverse partite alla fine, ma non ci interessavano più gli obiettivi. Era un qualcosa di straordinario, avevamo vinto in casa dell’Inter".
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