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A proposito, tra i suoi compagni chi sentiva più la partita?
"Quando ero al Milan, in un derby marcavo Altobelli che poi mi sarei ritrovato per cinque anni come compagno all'Inter. Spillo era un grandissimo centravanti e tra noi non furono complimenti. Arbitrava Michelotti: lui a un certo punto fece un gesto e io - le devo dire la verità - esagerai nel buttarmi a terra e fu espulso. Tutt'ora, a distanza di quarant'anni, me lo rinfaccia... Tu dimmi un po'".
San Siro non perdona: questa pressione si sente ancora di più nel derby?
"Oggi non è più così. Prima il pubblico era impietoso e intransigente: bastava sbagliassi la prima partita e venivi marchiato, mentre ora i giocatori si aspettano di più. Ed è giusto che sia così, si intenda, ma io rimpiango il calcio di allora dove quei fischi ti aiutavano comunque a crescere".
Cosa prova all'idea che questi siano ormai gli ultimi derby a San Siro?
"Non capisco proprio perché debba essere buttato giù: ristrutturiamolo e utilizziamolo per i grandi eventi. San Siro è un'istituzione per Milano, non comprendo proprio chi dice che vada dismesso.... Londra ha dieci stadi e a Milano facciamo fatica a utilizzare un impianto così?".
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