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Collovati: “Inter penalizzata dalla sosta. Niente rivoluzioni, ma perchè ha preso Eriksen?”

L'analisi dell'ex difensore nerazzurro

Fabio Alampi

Fulvio Collovati, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ha analizzato il momento dei nerazzurri di Antonio Conte, reduci dal deludente ko casalingo contro il Bologna.

Collovati, a giudicare dagli harakiri contro Sassuolo e Bologna sembrerebbe che nemmeno Conte stia riuscendo a togliere quella base di pazzia all'Inter.

"Lo pensavo già prima e ne sono ancora più convinto adesso: la squadra più penalizzata dalla sosta per il coronavirus è proprio l'Inter di Conte. E non soltanto perché da anni è quella con più tifosi allo stadio. Dopo oltre tre mesi di sosta, giocare ogni tre giorni complica tantissimo il lavoro di Antonio per come ama tenere sotto pressione la squadra anche negli allenamenti. Per questo trovo sbagliati i paragoni con le Inter precedenti che stentavano nella seconda parte della stagione".

Però è vero che anche l'anno prossimo ci saranno le Coppe e che questa Inter aveva rallentato già prima della sosta.

"Intanto le Coppe si giocano ogni 15-20 giorni e sono una competizione diversa dal campionato. Mentre il calo di gennaio ci poteva stare, ma in una situazione normale ci sarebbe stato tutto il tempo di rimediare".

Quindi Conte non ha colpe?

"Lui di sicuro potrebbe allentare la briglia ogni tanto, non per questo perderebbe il controllo dello spogliatoio. Ma se Gagliardini sbaglia a porta vuota e svirgola un rinvio, se Lautaro si mangia un rigore, l'allenatore può poco".

Però Conte è il responsabile della squadra e a volte sembra troppo rigido tatticamente.

"In effetti non capisco perché si sia fissato con il 3-5-2. In fondo alla Juve iniziò con il 4-2-4, giocò anche con il 4-3-3. A volte quando devi dare la scossa potrebbe servire rinunciare a un centrale difensivo, abbassare gli esterni e inserire un uomo offensivo. E non sempre quel sistema di gioco è ideale per certi giocatori. Ma qui si tocca un altro tasto...".

Quale?

"Continuo a non capire chi abbia voluto prendere Eriksen. Non mi sembra un giocatore da Conte. Di fatto il suo inserimento ha frenato la squadra. È vero che serve tempo per inserirlo, ma non è ancora chiaro che ruolo avrà il danese nella prossima stagione".

Conte fa bene a insistere spesso sulla necessità di nuovi acquisti?

"Lui pretende tantissimo da se stesso e quindi ci sta che chieda rinforzi. Ma deve anche tenere conto delle esigenze di bilancio della società".

Cosa serve all'Inter per l'anno prossimo?

"Esterni di livello, una terza punta di peso che possa entrare e cambiare le partite. Quello che non ha fatto Sanchez. E poi un centrocampista di personalità".

Tipo Vidal?

"Se davvero Conte lo vuole, si vede che è convinto di saperlo gestire. Ma potrebbe presentarsi lo stesso problema di Nainggolan. Due non facili da collocare tatticamente, soprattutto con Eriksen, e che possono creare problemi nella spogliatoio".

Per concludere, è d'accordo se si parla di rivoluzione?

"No. Intanto perché è stata appunto una stagione anomala e mancano comunque 8 giornate. Ma soprattutto perché se ogni anno l'Inter fa la rivoluzione sarà difficile tornare stabilmente al vertice. Le basi ci sono. Non si può sempre vincere al primo anno. Nemmeno Conte...".

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