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"Ma attenzione: dopo i numerosi e vani assalti al trofeo per club più importante della Vecchia Europa, l’ultimo atto ad Istanbul rischia di trasformarsi in un’ossessione. Il peso dell’attesa, il sentirsi strafavoriti e, dunque, obbligati a vincere potrebbe far imballare le gambe dei Mancunians. Dall’altra parte, quella nerazzurra, i sentimenti se possibile sono antitetici rispetto a quelli dei rivali. Praticamente nessuno, infatti, al momento del sorteggio del girone, che aveva visto i nerazzurri accoppiati a Bayern, Barcellona e Viktoria Plzen, avrebbe scommesso un centesimo sull’Inter. Si vedeva l’approdo alla fase a eliminazione diretta come un mezzo miracolo, come un’impresa assai difficile da realizzare. E invece, la truppa di Simone Inzaghi ha shockato il Continente, ha smentito le previsioni e zittito ogni solone: non solo ha passato la fase a gruppi ma ha pure raggiunto la finale, 13 anni dopo l’ultima volta, a quasi tre lustri dall’indimenticabile notte del Bernabéu, quando El Principe Diego Milito coventrizzò il malcapitato Bayern. La carica giusta, l’ispirazione che può portare a smentire i pronostici, a silenziare per l’ennesima volta nel corso della stagione gli ipercritici, i dubbiosi può essere proprio avere la mente sgombra, non aver nulla da perdere. Perché il giocare senza pressione, spesso e volentieri, può contare molto di più di un organico zeppo di stelle. E Guardiola lo sa: l’ha già provato, sulla sua pelle, proprio sulla panchina del City..."
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