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Francesco Colonnese, ex difensore di Inter e Lazio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel per analizzare il momento biancoceleste e il prossimo impegno di campionato:
Le tue sensazioni con Reja al timone dopo la sconfitta di Verona?
"La Lazio è un po’ in confusione, senza serenità. L’ambiente soffriva la situazione del suo ex allenatore ormai. Adesso la società torna ad una persona che conosce bene l’ambiente che sa dare ordine alla manovra".
Che Lazio ti aspetti?
"Conosci bene il gruppo. La squadra ha perso le certezze dello scorso anno. Dovrà recuperare i giocatori che negli scorsi anni sono stati le colonne della Lazio. Candreva, Marchetti, e soprattutto Klose ed Hernanes".
Appagamento da 26 maggio?
"Per un periodo sì. Ma dopo un po’ passa. Non può essere solo quello. Il campionato della Lazio non è assolutamente soddisfacente anche se ho sempre detto che i biancocelesti sono meno forti delle prime cinque squadre della Serie A. Basti vedere come si sono rinforzate Fiorentina e Inter".
Per quanto riguarda la stagione dell’Inter?
"Loro hanno fatto bene. Anche di più rispetto all’organico che ha a disposizione. Se non avesse vinto il derby sarebbe andata in crisi di risultati e di fiducia. Così ha ritrovato l’entusiasmo perso".
Cosa serve per riportare entusiasmo?
"I risultati. 20 punti sono troppo pochi".
Punti o gioco?
"Nel campionato italiano contano i punti, i risultati. In Italia il gioco viene dopo. Lo pensano sia i presidenti che i tifosi. Basta vedere il derby di Milano: nessuna delle due ha giocato bene ma quando l’Inter ha vinto tutti hanno iniziato ad osannarla".
Come affronterà la partita Edy Reja?
"Reja sarà attento ad osservare come giocherà l’Inter. Cercando di dare solidità alla difesa. Sicuramente sarà una Lazio meno garibaldina".
Hernanes giocherà più avanti?
"Secondo me sì. In Italia ha sempre fatto bene da trequartista, da centrocampista avanzato. E’ molto abile nella fase offensiva e molto meno a ripiegare. Per difendere serve un po’ più di fisicità di quanto ne possieda lui".
Sei d’accordo con la partitella a porte aperte?
"Assolutamente sì. I tifosi hanno bisogno di vedere i propri idoli e anche i giocatori devono sentire la pressione e l’affetto, sia in positivo che in negativo. E’ questo l’unico modo che hanno per responsabilizzarsi".
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