«Tieni conto che lui ha anche vissuto una storia personale che impatta molto sul percorso di vita. A questo, adesso, abbina una grande sicurezza tecnica. Le due cose, insieme, gli permettono di acquisire un gran peso nel gruppo interista e in quello azzurro».
Può essere l’erede di Chiellini in azzurro dal punto di vista della leadership?
«Con le dovute differenze tecniche e personali, la figura in campo e nel gruppo è un po’ quella. È sicuramente uno dei leader».
Tornando agli aspetti generali: quanto alla stanchezza post Nazionale?
«Ma che stanchezza? Anzi: saranno belli carichi perché prevarranno l’adrenalina della partita e l’orgoglio della qualificazione. Queste situazioni ti danno una marcia in più».
Chi la vince?
«Ah, domanda da un milione di dollari. L’Inter è sicuramente più avanti e ha maggiori soluzioni, la Juventus sa essere solida. Ma è evidente che dovrà fare qualcosa in più rispetto, ad esempio, alla gara contro la Fiorentina. Ma Allegri lo sa bene, così come sa che gli esterni dell’Inter sono molto pericolosi in spinta e che i centrocampisti nerazzurri, da Barella a Mkhitaryan, sanno inserirsi molto bene per finalizzare. Son molto curioso di vedere come la Juve preparerà questa partita, perché sono convinto che comunque l’iniziativa del gioco se la prenderà l’Inter».
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