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Giulio Napolitano, il commissario scelto dal Coni (vale per tutte le federazioni), è chiamato a stabilire la nuova composizione delConsiglio federale. Prevista una riduzione dei consiglieri da 27 a 20. Ma ci sono problemi, nel proprio documento la Lega Pro contesta addirittura il ruolo del commissario ad acta, che non avrebbe il potere di determinare la nuova composizione del Consiglio. Non si capisce chi possa compiere questo cambiamento, se non il commissario ad acta, a meno che l’obiettivo non sia quello di arrivare ad un commissariamento della Figc, visto che un blocco della riforma escluderebbe la possibilità di procedere alle elezioni del presidente Figc. Cosa ancor più importante, le 4 Leghe (serie A, serie B, Pro e Dilettanti) hanno ribadito la volontà di escludere dal Consiglio l’unico rappresentante degli arbitri (il presidente dell’Aia, in questo momento Nicchi); ma calciatori e allenatori si oppongono in modo deciso. Nicchi a settembre aveva già definito la cosa "vergognosa", durante una tumultuosa riunione fra le componenti, confondendo l’autonomia tecnica, che non è mai stata in discussione, con la presenza in Consiglio, che è un’anomalia tutta italiana. Il rischio è che gli arbitri, già in stato di agitazione per rimborsi spese mai ritoccati e altro, decidano di fermarsi. In generale, fra chi vorrebbe più potere (Lega di A) e chi non vuole fare passi indietro (Lega Pro), si ha l'impressione che non ci sia nessun progetto nuovo per il calcio italiano. Sette componenti capaci di guardare soltanto al passato.
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