I proventi della Nord son sempre stati suddivisi sui vari gruppi della curva che attraverso la distribuzione di gadget e adesivi si autofinanziavano per aiutare i propri frequentatori ad abbattere un minimo i costi di trasferta, contribuire alle spese comuni per la realizzazione di coreografie e partecipare ai costi per gli strumenti del tifo come tamburi megafoni e bandiere.
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Comunicato della Nord: “Mai più servizio biglietti. Cosa cambia in casa e in trasferta”
I biglietti che venivano richiesti attraverso i normali canali di distribuzione dell’Inter, venivano regolarmente pagati e l’unico vantaggio offerto dalla società per esigenze di ordine pubblico e organizzativo, era quello di avere un canale prioritario per l’acquisto dei tagliandi nell’interesse comune di permettere ai tifosi più assidui di esser presenti sempre e ovunque a guidare il sostegno alla squadra.
In virtù di questo “servizio” offerto da chi gestiva questo spaccato organizzativo consentito dal canale prioritario concordato con la società, al prezzo di costo dei tagliandi i gruppi avevano facoltà di richiedere un sovrapprezzo che veniva accantonato dalla curva per coprire ulteriori eventuali spese comuni straordinarie come quelle per la tutela legale dei frequentatori, magazzini per i materiali di curva, mezzi di trasporto per le coreo, ecc.
Questa struttura organizzativa ed economica di curva ricalcava quanto accade più o meno in tutte le curve ma qual’è la differenza e come si è arrivati all’escalation economica che ha risvegliato gli evidenti appetiti speculativi di qualcuno?
La nostra realtà è cambiata dal momento in cui tutta la gestione di biglietti, materiale e contributi alla curva e’ stata concentrata su poche persone che dirigevano e controllavano tutti i conti.
Questo nuovo sistema gestionale, iniziato dopo il periodo pandemico, ha permesso a poche persone di gestire progressivamente volumi di denaro sempre maggiori grazie anche all’unificazione della curva dietro un unico striscione che identificasse tutto il movimento ultras nerazzurro.
Questi passaggi di “accentramento dei poteri” sono sfuggiti anche ai frequentatori più assidui che, in totale buona fede e sebbene non potessero più avere accesso ai conti, beneficiavano dei servizi che venivano comunque garantiti da chi gestiva l’economia di curva come soprattutto la priorità nell’ottenere i biglietti di trasferta e la copertura dei costi per le coreografie.
Il fatto che tutto funzionasse al meglio, i risultati positivi della squadra e la qualità organizzativa di chi gestiva la Nord, ha illuso tutti che si fosse raggiunto il perfetto equilibrio di curva senza rendersi conto di ciò a cui si contribuisse.
Chi gestiva la Nord, col consenso dei frequentatori ignari, ha acquisito totale libertà nella produzione di materiale, reperimento contributi, sponsorizzazioni e facoltà nella scelta della quota di sovrapprezzo per la ridistribuzione dei biglietti.
Tutte queste attività speculative non hanno mai sfiorato neppure i frequentatori più vicini al direttivo che intanto, grazie alle innegabili capacità nel valorizzare il “brand” Curva Nord, ha potuto far lievitare esponenzialmente i ricavi.
Dei presunti profitti derivati da altre attività poi nessuno era a conoscenza e tutti siamo stupiti da quanto abbiamo appreso come tutti dalle ricostruzioni mediatiche.
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