Sergio Conceiçao, allenatore del Nantes, ha svelato a France Football alcuni ingredienti della sua ricetta da allenatore. Ecco cosa ha detto l'ex giocatore interista:
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Conceiçao: “Vi racconto il mio metodo. Parlo con il cuore, è una passione. E se vedo…”
L'ex giocatore nerazzurro allena il Nantes e a France Football ha spiegato come lavora
I RISCHI - "Ho sempre rischiato nella mia carriera. Non si rifiuta una sfida per paura di non farcela. Io non sono così. Avrei potuto dire di no. Ma come rifiutare l'opportunità di venire in un campionato con squadre come PSG, Marsiglia, Monaco, Lione? Naturalmente ho imparato a conoscere il contesto, ma sapevo che io e il mio staff ci saremmo ambientati".
GLI ALLENAMENTI - "Nulla è mai completamente preparato. Logicamente, dopo la prima colazione, c'è il momento dei video e poi tutto può succedere. Si può iniziare la sessione o parlare tutti insieme. Anche un giocatore può parlare, la discussione è aperta. Può durare anche due ore, e in questo caso, si va al campo in seguito. Bisogna sentire le cose. Devo avere duemila allenamenti diversi in magazzino. So che alcuni vanno bene ad un tipo di gruppo e non per un altro, in un momento serve uno, in un altro momento serve un altro".
GESTIONE - "Non esiterò ad annullare una allenamento perché non sento che c'è intensità. Ci sono momenti nei quali si può ridere e altri in cui si deve essere duri, davvero duri. Sono entrambi. Non sono qui in cerca di baci. Ci può essere fatica durante il lavoro, ma sono troppo vicino ai giocatori. Quando, dopo una ventina di minuti, vedo che la squadra non risponde, mi fermo e gli do appuntamento per il giorno dopo".
I DISCORSI - "Mi piace tutto ciò che parla al cuore del giocatore, qualsiasi cosa che viene in mente. Mi piace la personalità, il carattere di una squadra. Parlo con il cuore, è stata la mia passione per tutta la vita ed è stato difficile per me arrivarci. Parlo in maniera diretta per aiutare il giocatore. In due ore, in due mesi, in due anni non sarò qui, ognuno riprenderà il suo cammino. Non racconto di me, ma della mia esperienza, di quando si tratta di sacrificarsi, ma anche il piacere di fare questo lavoro".
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