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Problema di condizione
—"L'ideale sarebbe stato che Lautaro rinunciasse ad un giro in nazionale. Invece, ha sempre risposto presente alla chiamata del ct Scaloni, anche stavolta: giocherà contro Paraguay e Perù, con annessi viaggi transcontinentali di andata e ritorno. Quasi certo che non sarà titolare con il Verona, alla ripresa del campionato, per poi giocare contro il Lipsia in Champions. Ad ogni modo, si tratta più che altro di accorgimenti. Che rischiano di non risolvere la situazione.
La forma ancora precaria è probabilmente la causa principale delle difficoltà del Toro. C'è anche altro, però, per spiegare la differenza nel suo rendimento tra un anno con l'altro, esplicitata nella maniera più evidente dai gol segnati: 6 contro 14, ben 8 in meno. Il Lautaro di oggi, infatti, frequenta anche meno l'area di rigore. Si abbassa più spesso per partecipare alla manovra e per lasciare la profondità a Thuram. Solo che così diventa più complicato risalire il campo per ricevere i servizi dei compagni che intanto avanzano".
Le alternative non aiutano
—"Una volta rotto il lungo digiuno iniziale, Lautaro ha cominciato a segnare (6 centri in 10 gare), ma rispetto ad una costantemente ricca produzione offensiva, l'Inter "sfonda" e concretizza sempre troppo poco. E così ci scappano i pareggi come quelli con Juventus e Napoli. Il club nerazzurro pensava e sperava di non essere più dipendente dalla coppia Lautaro-Thuram con l'ingaggio di Taremi. Ma, dopo qualche fiammata iniziale, l'iraniano fatica ad incidere e nel suo bottino resta solo il rigore con la Stella Rossa. E sempre troppo poco continua a garantire Arnautovic, al pari di Correa".
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