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Condò: “Barella? Il non appeal della Nations gli ha fatto privilegiare l’Inter. Ovvio che…”

Gianni Pampinella Redattore 
Le considerazioni del giornalista sulla nazionale italiana e sugli interessi che spesso divergono tra i club e le nazionali

Dalle colonne de La Repubblica, Paolo Condò ha parlato della nazionale italiana e degli interessi che spesso divergono tra i club e le nazionali. "I famosi “saggi” dei club evocati da Gravina il giorno dopo il fallimento europeo (Marotta, Giuntoli, Marino, Sartori e altri ne verranno) hanno ricevuto comunicazione che presto verrà fissata un’agenda di lavoro. La statura dei convocati, e il fatto che all’altro capo del tavolo troveranno in Gigi Buffon una figura inedita, fanno sperare in un tentativo più serio di altri di armonizzare gli interessi di solito divergenti fra le società e le nazionali. Abbiamo un esempio sotto gli occhi, l’astensione di Barella dall’azzurro di questi giorni per un lieve intervento. È ovvio che se fossimo sotto Mondiale ci avrebbe pensato prima, saltando una partita dell’Inter, mentre l’appeal non enorme della Nations gli ha fatto privilegiare la società che lo stipendia".

"Fino a quando non si codificherà una politica di ponte tra i due fronti, l’Italia potrà anche centrare traguardi episodici (Euro 2020) perché un torneo è un torneo, ma non uscirà strutturalmente dalla sua crisi. Nella riforma alla quale Gravina affiderà le sue fortune elettorali c’è la semplificazione dell’organizzazione tecnica federale. Si può immaginare una fusione tra Settore tecnico e Settore giovanile scolastico, ma soprattutto si deve ottenere il coinvolgimento dei club nel processo".

"Se questi cambiamenti avranno un peso nel miglioramento della Nazionale, non sarà Spalletti a goderne: il coinvolgimento dei “saggi” inciderà infatti a lungo termine mentre l’Italia attuale ha il problema molto più pressante della Nations League e soprattutto delle qualificazioni al prossimo Mondiale. Si legge e si sente ovunque che non lo possiamo mancare per la terza volta di fila, esattamente come si diceva della seconda (la prima nessuno lo riteneva possibile), e dunque occhio. L’Europeo è stato un disastro, Spalletti ha raccontato della sua pessima estate, e certo piacevole non poteva essere. Poi ha individuato quelli che ritiene essere stati i suoi errori, e ha spiegato come intende porvi rimedio". 

(Repubblica)