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"Il lamento più comune di questi giorni riguarda il presunto pregiudizio che il governo avrebbe nei confronti del mondo dei “ricchi scemi” del calcio. Se fosse vero, sarebbe grave: con tutti i limiti del caso, le tasse pagate dai club di Serie A restano la base dello sport italiano, e il valore dell’industria calcio è fra i più rilevanti del Paese. Di qui, la necessità di una rapida svolta nelle procedure per la costruzione di nuovi stadi e la privatizzazione di quelli esistenti. L’aumento dei ricavi connesso all’ammodernamento degli impianti è l’esatto contrario del doping fiscale, ed è la strada maestra perché la mano pubblica aiuti i club a risolvere i loro problemi".
"I progetti di Inter, Milan e Roma devono sottostare a interminabili forche caudine, la Fiorentina sta litigando col Comune, il Napoli oltre allo stadio non ha nemmeno un centro sportivo adeguato, e potremmo proseguire. L’idea di un commissario agli stadi può essere un primo passo, ma si avverte soprattutto la necessità di una legge semplificativa".
(Repubblica)
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