- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
MILAN, ITALY - AUGUST 06: Milan Skriniar of FC Internazionale and Federico Dimarco of FC Internazionale get on the plane during the Inter travel to Pescara at Malpensa Airport on August 06, 2022 in Milan, Italy. (Photo by Mattia Ozbot - Inter/Inter via Getty Images)
Dalle colonne de La Repubblica, Paolo Condò analizza la situazione in casa Inter. In particolare il giornalista valuta i rinforzi arrivati dal mercato. "Il ritorno di Lukaku, cult-player di Conte che Inzaghi ha richiesto con grande determinazione, rende la squadra sicuramente più forte, ma instilla qualche dubbio a proposito del gioco. Conviene svuotare nuovamente lo spazio davanti a Romelu per farlo correre palla al piede verso la porta, oppure trovare una soluzione mediana che tenga la squadra più alta avvicinando Lautaro alla zona di tiro? La possibilità di alternare Çalhanoglu a Mkhitaryan spinge alla seconda ipotesi, ma ci vorrebbe un Gosens più vitaminico di quello visto fin qui".
"Lukaku a prezzi stracciati — un anno e poi si vedrà, ma nella logica dell’instant team va benissimo così — , Mkhitaryan da svincolato, il talentuoso Asllani per coprire Brozovic, Onana per giocarsi la porta col declinante Handanovic. L’Inter ha arricchito il proprio organico, eppure i mugugni attorno al suo mercato si sprecano. Perché? La risposta di pancia chiama in causa Dybala e Bremer, due obiettivi dichiarati eppure perduti".
"Esistono spiegazioni più che razionali per quanto è successo. Dybala era il piano A di Marotta fino all’ingresso in scena di Lukaku. Bremer era stato bloccato per tempo in attesa di una cessione eccellente in difesa, e sarebbe certamente stato un valido rimpiazzo per Skriniar (meno per Bastoni) se il Psg fosse arrivato a luglio ai milioni richiesti dall’Inter. Non è successo, e Marotta non è stato autorizzato da Zhang a portare a casa il brasiliano a prescindere, come in un’altra situazione economica sarebbe stato normale".
"La differenza fra il Lukaku dell’anno scorso e lo Skriniar di questi giorni è che il secondo non dà alcun segno di impazienza, anzi, mentre il belga raccontava con occhi accesi il suo desiderio di “conquistare” il Chelsea dopo esserne stato rimbalzato. Esistono nelle squadre alcune “correnti di ruolo” che attraversano i decenni riproponendo a intervalli più o meno regolari lo stesso giocatore".
"Da Riccardo Ferri a Marco Materazzi, da Walter Samuel a Milan Skriniar appunto, lo stopper “fisico” incarna da sempre i valori dell’Inter diventando un beniamino della folla. Se il rilancio parigino un po’ atteso e un po’ temuto arriverà sul serio, per la gente nerazzurra sarà un momento di profonda malinconia. Se non arriverà, considereremo l’Inter sullo stesso piano del Milan nel derby per la seconda stella. Un duello fra una ciurma che vive moment- by-moment senza chiedersi del proprio domani, e un equipaggio del futuro tornato nel presente deciso a non mollare nulla".
(Corriere della Sera)
© RIPRODUZIONE RISERVATA