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Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, il noto giornalista Paolò Condò ha stilato un ritratto del tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini, soffermandosi anche sulla sua breve esperienza all'Inter: "È probabile che all'Inter Gasperini non abbia sentito arrivare la buriana, almeno non con quell'intensità definitiva, diamine, Novara era soltanto la terza partita. È probabile ma il tecnico, sentendosi comunque accerchiato, edulcora le sue convinzioni senza togliere di formazione gente chiaramente rimasta alla notte del Triplete di due stagioni prima. La celebre diatriba sulla difesa a tre, che in fin dei conti gli costa l'esonero, è in tutta evidenza un confronto fra vecchio e nuovo che il vecchio vince per molti motivi: i cascami della gratitudine per il favoloso 2010, il mercato in progressiva frenata, un presidente troppo snob per apprezzare un self-made-man come Gasperini, il rimpianto antico per Mourinho e quello freschissimo per il Loco Bielsa, inseguito fin quasi all'accordo prima del gran rifiuto perché aveva già dato la sua parola all'Athletic Bilbao. Un mix di cose che induce Moratti al taglio prima che Gasperini abbia il tempo di elaborare una strategia di sopravvivenza. Un vulnus che ancora oggi lo disturba, come i vecchi pirati sentono il maltempo in arrivo dal dolore di una cicatrice, e che gli fa dire piccole cattiverie sull'Inter perpetuando l'antipatia dei suoi tifosi. Non si chiariranno mai".
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