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Il noto giornalista Paolo Condò, dalle pagine de La Gazzetta dello Sport commenta l'inizio di stagione dei nerazzurri e le prospettive per il futuro: "C’è qualcosa di fortemente simbolico nel fatto che la gara che potrebbe proiettare l’Inter in testa da sola, la trasferta di oggi a Crotone, corrisponda al punto più basso della caduta nerazzurra nel torneo scorso. È il segno marcato di un cambio di stagione già percepito nelle tre partite giocate fin qui, ma bisognoso di una dimostrazione ulteriore nel luogo in cui a primavera anche gli ultimi nodi vennero al pettine. Lo scorso aprile a Crotone l’Inter suscitò pena negli osservatori e rabbia nei tifosi perché al di là di ogni deficienza tattica l’assenza di una dignitosa motivazione spiegò quanto sarebbe stato amaro il finale di campionato.
Il fatto che nella formazione di oggi resista più di metà degli spettri in campo allora certifica come la qualità complessiva della rosa fosse notevole già l’anno scorso. Mancavano i bypass in grado di collegare i talenti in modo fluido e autorevole: l’aumento della fluidità si è già visto, Crotone darà una risposta sull’autorevolezza. Non vinci in quello stadio, che a primavera fu il talismano della grande rimonta dei Nicola-boys, se non l’affronti con la personalità di chi guarda lontano. La gente dell’Inter ha un modo molto speciale di seguire la sua squadra. Come (quasi) tutti accorre allo stadio in modo massiccio se le cose vanno bene - e le proiezioni su un derby da record d’incasso assoluto sono la logica conseguenza di un Inter-Spal da 57mila - ma, a differenza di altre tifoserie, non concede l’oblio quando le cose vanno male.
Le tremende prestazioni dell’Inter di primavera avevano a San Siro una cornice di 40mila testimoni, e la parola non è scelta a caso perché non c’era nulla di festoso nella loro presenza. Era piuttosto un memento che un genio della comunicazione come Spalletti ha usato a proprio vantaggio in questi primi mesi ad Appiano. Il tecnico può serenamente esaltare il tanto di buono che ha trovato in rosa - le parole dolci nei confronti dei giocatori fluiscono a un ritmo inedito per lui, in passato spesso franco ai limiti della durezza - perché il ricordo del male è in qualche modo custodito dalla gente che oggi va allo stadio ben disposta, ma che certe figuracce le ha archiviate, non dimenticate. I giocatori se lo sentono addosso, questo sguardo affettuoso ma ancora guardingo. Spalletti per loro è innanzitutto un mezzo per rimontare il passato, e il fatto che questa rincorsa sia partita bene sta per innescare - o magari è già successo - il circuito virtuoso di fiducia e risultati. L’Inter vuole andare in testa da sola oggi, e in prospettiva vuole arrivare al derby a punteggio pieno. Da un mese diciamo che Juve e Napoli sono candidate riconosciute allo scudetto, e che il giudizio sulle altre grandi è in via di definizione; ecco, di qui a un mese potrebbe essere rilasciata una terza patente. Nerazzurra".
(Fonte: Paolo Condò, La Gazzetta dello Sport 16/09/17)
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