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Condò: “L’Inter ora è una ciurma: ecco perché. Inzaghi, stagione da incorniciare”
Tra le pagine dell'edizione odierna di Repubblica, Paolo Condò, giornalista, ha analizzato così la conquista della Coppa Italia da parte dell'Inter: "Lautaro Martinez non ha vinto il Mondiale da protagonista perché Julian Alvarez, che nell’autunno arabico andava come un treno, gli subentrò dalla terza partita nel ruolo di spalla di Leo Messi. Però quel titolo, timbrato in proprio dall’ultimo rigore contro l’Olanda nei quarti, gli è rimasto addosso: una polverina di stelle che brilla nelle serate di gala. La doppietta con la quale ha rovesciato la finale di Coppa Italia è la prova del salto di qualità: un diagonale gelido, perché in certe situazioni il tempo per pensare è anche tempo per angosciarsi, e una girata bollente, perché è l’istinto a fargli guadagnare il momento di anticipo su Milenkovic.
“Testa e cuore” raccontano gli attaccanti, questa specie in cima alla catena alimentare del calcio, sempre in bilico fra gloria massima e caduta negli abissi. Ecco. La Fiorentina si illude per mezz’ora. Incassata la sorpresa del vantaggio immediato di Nico Gonzalez, la squadra di Italiano capisce che l’Inter è uscita male dai blocchi e prova giustamente a colpirla ancora: è un gioco sottile di tempi, Çalhanoglu e company dopo un po’ cominciano a salire di rendimento, e la Fiorentina non legge correttamente la grande palla-gol mancata da Dzeko: sarebbe un avviso e viene invece derubricata a casualità.
La doppia epifania di Lautaro arriva come una punizione per chi forse si pensava ancora protetto da qualche scudo, e non lo era più. Se l’Inter si fa bastare questa frazione per riportare a casa la coppa, resistendo alla pressione della squadra di Italiano in una ripresa colorata di viola, è perché la primavera dei tanti duelli superati ha trasformato una formazione in una ciurma. Non si contano i momenti in cui i nerazzurri si rimproverano a vicenda, o i sostituiti se la prendono con Inzaghi, o qualche smagliatura spalanca l’area allo sciagurato Jovic.
Ma una ciurma è tale perché malgrado tutto sa sopravvivere, e così Handanovic devia il diagonale del serbo, Darmian salva la porta sguarnita da un perfido pallonetto di Gonzalez, e Lukaku rimedia lo stipendio aggiungendo la sua stazza sui corner. Che la delusione carichi a pallettoni la Viola in vista di Praga, ampiamente alla sua portata. Che la soddisfazione convinca ancor più l’Inter della sua anima di fil di ferro. Con due coppe conquistate, il posto Champions vicino e il viaggio a Istanbul garantito la stagione di Inzaghi è da incorniciare. La firma finale non sarà semplice, ma l’Inter godrà della leggerezza di chi ha già fatto il suo. Un buon trampolino di lancio".
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