LEGGI ANCHE
"Amen. L’omelia è finita, ma non andate in pace perché la curiosa anomalia del mercato che non riesce a chiudere in corrispondenza della prima giornata di campionato — a dire il vero l’Italia ci aveva provato, nel 2018, ma il fatto che gli altri Paesi fossero rimasti alla scadenza di fine agosto rese necessario il ritorno alle date attuali — ci propone anche quest’anno tre giornate, le prime, da maneggiare con cura. Con giocatori fuori rosa che a settembre magari ci rientreranno a denti stretti, direttori sportivi sempre più stravolti alla ricerca dei bonus giusti, allenatori costretti a inventare formazioni che fra due mesi sembreranno assai strampalate. E però sono tre giornate che pesano. L’anno scorso la Roma raccolse un solo punto, e le sue ambizioni erano finite prima di cominciare. Il Lecce ne fece 7, e senza quella dote iniziale sarebbe finito in Serie B. La classifica diceva Inter e Milan appaiate a quota 9, Juve dietro a 7: le stesse prime tre di maggio. Per cui, occhio: agosto sa essere molto indicativo"
"L’Inter è la favorita naturale per i 19 punti di vantaggio accumulati l’anno scorso. È vero che il Napoli ne dissipò 16, ma l’Inter non ha perso Marotta, Inzaghi e Bastoni, per citare le figure corrispondenti a Giuntoli, Spalletti e Kim: l’unica cosa che ha cambiato è la proprietà, guadagnando in prospettiva. Sarà una stagione stressante, perché la forza si accompagna sempre alle responsabilità e quindi è richiesto un lungo cammino nella nuova Champions. Alle sue spalle sono tre i club con l’ambizione di competere e magari vincere: il Milan rafforzato, la Juve rivoluzionata e l’Atalanta consapevole. Fonseca pare aver scongelato l’ambiente anche grazie agli acquisti mirati della società, su Thiago Motta e il suo calcio brillante è stato fatto a Torino un investimento imponente (tra gli scartati c’è gente di livello), a Bergamo negli ultimi otto anni sono successe cose talmente eccezionali da rendere lo scudetto un obiettivo conseguente".
© RIPRODUZIONE RISERVATA