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In attesa della conclusione del 36° turno, con le due gare in programma oggi, Paolo Condò analizza i temi caldi della Serie A nel consueto appuntamento con l’editoriale sul quotidiano La Repubblica.
Si parte dal momento della Juventus:
“Dopo aver corso nel girone d’andata ed essersi messa a camminare a febbraio, la Juventus ha tagliato il traguardo della Champions strisciando, e lo strazio di questi ultimi metri oltrepassa di molto i demeriti dell’allenatore — che ci sono e gli costeranno la panchina — per investire un intero ambiente. Appena si è creata luce fra l’Inter e lei, la squadra si è spenta e non c’è stato verso di riattivarla né da parte di Allegri, né tanto meno dalla società (ma i soldi spesi a gennaio per i misteriosi Djalo e Alcaraz, per quanto pochi, non potevano portare almeno un giocatore vero?)”.
Poi spazio alle note liete di questo campionato, tra cui non poteva mancare l’Inter di Simone Inzaghi, campione d’Italia:
“Nelle rispettive zone di classifica Inter, Bologna e Atalanta sono le tre squadre che hanno illuminato la stagione, a conferma che si può giocar bene e vincere in molti modi. Oltre allo spettacolo di un calcio organizzato nei minimi dettagli, paziente nel dipanarsi e spesso artistico nel concludersi, Thiago Motta ha palesato una volta di più a Napoli la caratteristica chiave delle grandi squadre, quella di saper fare le cose necessarie per vincere: la frustrazione dei campioni d’Italia da tempo in rotta andava alimentata in fretta, e due gol nei primi 12 minuti hanno scavato subito un fossato incolmabile”.
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