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Condò: “Inter e Milan si sono infilate in un corridoio aperto dal tabellone”

Condò: “Inter e Milan si sono infilate in un corridoio aperto dal tabellone” - immagine 1
L'analisi del giornalista: "L’ultima verità, infatti, è la ritrovata capacità di competere delle squadre italiane nell’uno contro uno"
Marco Astori Redattore 

Tra le pagine dell'edizione odierna di Repubblica, Paolo Condò, giornalista, ha analizzato così il cammino europeo delle squadre italiane partendo dall'Inter: Ora che la stagione delle italiane in Europa volge dall’ottimo allo strepitoso, perché 5 semifinaliste su 12 contengono una finalista sicura in Champions, la chance di un derby nell’ultimo atto di Europa e la favorita della Conference, diventa persino divertente ricordare le depressioni di autunno. In debutto di girone l’Inter ospitò il Bayern e ne venne letteralmente portata a spasso: 2-0 per i tedeschi, che oggi sono a casa mentre Inzaghi è arrivato in semifinale con ulteriori sassolini da togliersi dalle scarpe.

Condò: “Inter e Milan si sono infilate in un corridoio aperto dal tabellone”- immagine 2

Naturalmente nessuno disconosce il sorteggio fortunato come concausa che ha finito per garantirci un’italiana a Istanbul. Però le teste di serie esistono al primo e al secondo sorteggio: per essere lì il Benfica ha preceduto nel girone il Paris St.Germain, e l’Inter ha buttato fuori il Barcellona. Non ha senso chiedere che a ogni turno sia il ranking Uefa a decidere gli accoppiamenti. Quando Djokovic esce nei primi turni di un torneo, il tabellone non viene risorteggiato: si va avanti con un corridoio aperto, e in sostanza è lì che si sono infilate l’Inter e il Milan.

Condò: “Inter e Milan si sono infilate in un corridoio aperto dal tabellone”- immagine 3

L’ultima verità, infatti, è la ritrovata capacità di competere delle squadre italiane nell’uno contro uno. Di difendersi quando si è inferiori, di giocare con l’orologio quando si è migliori, magari di distrarsi ma fino all’orlo del burrone, non oltre. Quella della primavera 2023 verrà ricordata come la rinascita del nostro campionato, non ancora del nostro calcio, per il quale abbiamo bisogno della Nazionale. Ma dalla linea difensiva dell’Inter per quattro quinti italiana ai ragazzi lanciati dalla Juve, dalla resilienza di Calabria e Tonali ai gol salvifici di Sottil e Castrovilli, al recital di Pellegrini entrato in tutti i gol, stavolta il materiale per Mancini non manca. Ne faccia buon uso.

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