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Condò: “Inter-Napoli, pareggio giusto. Rigore Dumfries talmente leggero che…”
Paolo Condò, intervenuto su Repubblica, ha commentato così Inter-Napoli e l'attuale classifica in Serie A, con sei squadre nel giro di due punti:
"La corretta parità fra Inter e Napoli nello scontro diretto finisce di assemblare un campionato conteso come da tempo non si vedeva. Sei squadre in due punti a (quasi) un terzo del cammino disegnano un panorama affollato e pluralista, libero da dittature perché non ci sono meccanismi perfetti, e quelli più divertenti appartengono alle protagoniste che non t’aspettavi. Il Napoli resiste bene al secondo test di San Siro: passa per primo col nuovo totem McTominay, viene ripreso da un capolavoro balistico di Çalhanoglu, e in una ripresa progressivamente vissuta in trincea sopravvive a un rigore talmente leggero che lo stesso turco deve considerare irricevibile, visto che per la prima volta da quando è all’Inter lo sbaglia. Conte impreca nel finale per la chance fallita da Simeone, ma se un rimpianto complessivo ha cittadinanza riguarda più Inzaghi, che in casa ha perso il derby e pareggiato contro Juve e appunto Napoli. Non è un rendimento da favorita. Se poi la vittoria contro Motta era stata gettata per la quantità di occasioni mancate, questo match è stato più minimalista, un braccio di ferro restio a discostarsi da un prudente equilibrio. L’Inter poteva vincerlo con un numero da fuori di Dimarco, il pezzo meno prevedibile della sua scacchiera. A innescare la palla-gol della potenziale beffa partenopea è stato Ngonge, mica Lukaku o Kvara: coriandoli di uno scontro diretto che sedimenterà nelle prossime due settimane senza toglierci dalla testa ciò che sta accadendo dietro"
"Atalanta, Fiorentina e Lazio si confermano le squadre più sexy d’autunno concludendo in gloria il segmento di 7 partite (5 di A, 2 europee) tra una pausa e l’altra. Sei vittorie e un pari col Celtic per Gasperini, sei vittorie e un ko con la Juve all’85’ dopo tre quarti di gara in dieci per Baroni, sei vittorie e una distrazione in Conference per Palladino. Ieri sono salite a quota 25 vincendo gare toste, contro rivali astute nel disegno di prenderle per stanchezza. Quando si giudica l’Atalanta ormai matura per la lotta scudetto, è a partite come quella con l’Udinese che ci si riferisce: un match aspro e in bilico dall’inizio alla fine, portato a casa grazie alle fiammate di Bellanova, per la prima volta decisivo, e anche alle parate di Carnesecchi. La Viola col Verona ha assecondato l’ispirazione suprema di Kean: se andiamo indietro anche solo di pochi mesi, l’idea che Spalletti abbia a disposizione due centravanti così rilevanti (l’altro è Retegui) ci rimette in pace col mondo. La Lazio è passata a Monza azionando nel primo tempo la sua cavalleria leggera e tracciando una linea da difendere a ogni costo nella ripresa. Si sono così rimesse dietro la Juve, dominante sabato nel derby, e almeno per il momento la poule scudetto si chiude qui. Se il Milan senza difesa o il Bologna che ha finito la Roma di Juric vincessero un giorno (chissà quando) il recupero che le riguarda, ridurrebbero una distanza che oggi pesa sei punti. Tanti"
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