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"Allargando la visuale, colpiscono i numeri dei tecnici importati e di quelli che allenano a casa loro. In questo momento in Premier gli inglesi sono 5, i francesi in Ligue 1 arrivano a 10, i tedeschi in Bundesliga sono 12, gli spagnoli in Liga 14, gli italiani in serie A 18. Se una Brexit del pallone non è mai esistita, è d’obbligo annotare come restiamo il Paese più mammone. La massima apertura dei nostri club all’opzione dell’allenatore straniero risale al 1996-97. L’Inter scelse Hodgson e il Milan il maestro Tabarez, la Roma prese Carlos Bianchi e la Lazio tenne Zeman fino a gennaio, Eriksson rimase alla Samp e Lucescu tornò per guidare la Reggiana".
"La sottolineatura sulle quattro Premier vinte dai tecnici italiani serve ad allontanare il sospetto di esterofilia nel momento in cui ci piacerebbe spalancare le finestre della Serie A per far entrare un po’ di aria nuova. Gli esoneri di Garcia e Sousa hanno ridotto a due (Motta è stato una colonna della Nazionale) gli stranieri in pista: il croato Juric e naturalmente Mourinho. Ecco, vorremmo anche un tecnico che facesse tendenza in direzioni opposte. Vorremmo un Klopp".
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