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Condò: “Inter, jolly intatti. Il traguardo si avvicina, ma Conte si ponga delle domande”

L'analisi del giornalista su Repubblica: "C'è ancora la Juve ferita, che l'Inter deve pensare a sette punti e con lo scontro diretto alla penultima"

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna di Repubblica, Paolo Condò, giornalista, ha analizzato così la vittoria di ieri dell'Inter sul Torino: "A 11 tappe dalla fine, l'Inter è riuscita per la seconda volta a non pagare dazio malgrado la gara si fosse complicata. Mantiene così intatti i suoi jolly mentre la distanza dal traguardo si riduce, ma deve porsi alcune domande. Successi come questo sul Torino, ottenuto grazie a un'autentica prodezza di Lautaro, vengono festeggiati declamando il luogo comune "sono le vittorie ottenute giocando male a portare lo scudetto". Teoria non sbagliata, ma a patto che gare così non diventino la regola.

L'analisi

La scorsa settimana Conte ha dimostrato grande umiltà contro l'Atalanta. Consapevole che in certe serate l'orchestra di Gasperini sia difficilmente resistibile, ha arretrato l'Inter pensando a non prenderle, in attesa che un episodio offensivo gli permettesse di ritirare i tre punti. Non era scritto che accadesse, e anche il pari sarebbe stato un jolly perduto: un gioco d'azzardo che il gol di Skriniar ha reso produttivo. Contro il Torino, invece, non c'è stata nessuna scelta: l'Inter ha fatto la partita dominante che doveva, ma l'ha fatta male, girando la palla lenta e infrangendosi contro le due linee difensive del Torino, passando avanti grazie a un'ingenuità di Izzo ma lasciandosi subito raggiungere. E dopo il colpo di Lautaro, ha corso altri rischi.

 Getty Images

Sono segni di affaticamento comprensibili dopo una corsa di otto vittorie consecutive, da soli non basterebbero a far suonare l'allarme, non dopo che la sconfitta del Milan ha scavato un fossato di nove lunghezze tra prima e seconda. Ma c'è ancora la Juve ferita, che l'Inter deve pensare a sette punti e con lo scontro diretto alla penultima. Conte lo sa benissimo. Uno dei suoi meriti è stato quello di allargare una rosa ristretta con i recuperi alla causa di gente come Eriksen: il passo ulteriore sarebbe convincerlo a prendersi maggiori responsabilità, perché il suo gioco di prima è illuminante ma ancora troppo limitato. L'Eriksen del Tottenham si poneva su linee di passaggio libere per ricevere, questo resta ancora "nascosto" dietro gli avversari".

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