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Il giornalista Paolo Condò, sulle pagine di Repubblica, ha parlato della scelta di Romelu Lukaku di tornare all’Inter dopo un solo anno di Chelsea:
Di questi tempi la comfort zone vive un bel ritorno di fiamma: la inseguono in tanti, contriti, pentiti e redenti dopo aver assaggiato quel che c’è là fuori. Il caso di Romelu Lukaku fa scuola perché è successo tutto in tempi incredibilmente brevi: l’intervista a Sky che ha avviato l’operazione rientro è del 31 dicembre, quattro mesi e mezzo dopo il passaggio al Chelsea per 115 milioni. Paul Pogba ci ha messo sei anni, e dunque l’ha meditata molto di più, ma alla fine sembra essersi reso conto che la sua comfort zone si chiama Juventus, da cui la scelta di tornare — si attende solo l’annuncio — rinunciando a proposte economicamente più allettanti.
Lukaku ha 29 anni e la grande generazione belga (da Kompany ad Hazard a De Bruyne) sta invecchiando o addirittura smettendo senza un trofeo: questo Mondiale potrebbe essere l’ultima chance, guai ad arrivarci arrugginiti da un autunno in panchina perché con Tuchel non c’è feeling: pur di tornare all’Inter, il luogo in cui è stato meglio, Lukaku ha fatto una cosa rivoluzionaria come tagliarsi lo stipendio. Intendiamoci. Molti acquisti vengono presentati in questo modo ai tifosi, perché la narrazione ci-vuole-così-bene-da-rinunciare- ai-soldi è parallela a quella è-stato- lui-a-volersene-andare: evergreen che incantano sempre. La differenza è che Lukaku l’ha fatto davvero, come è vero che Pogba accetterà un ridimensionamento rispetto all’offerta del Psg
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