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Condò: “Sliding doors Mancini. Nel 2016 poteva sedersi sulla panchina dell’Inghilterra”

Andrea Della Sala

Il giornalista ha raccontato come prima di accettare la panchina dell'Italia, Mancini poteva passare alla nazionale inglese

Sulle pagine de La Repubblica, il giornalista Paolo Condò ha raccontato come il ct della Nazionale Roberto Mancini fosse stato molto vicino alla panchina dell'Inghilterra:

La sera dell’8 ottobre 2016, defilato per quanto possibile ma comunque colto dalla fotocamera di un cellulare, Roberto Mancini apparve in tribuna a Wembley per seguire Inghilterra-Malta, match di qualificazione al Mondiale di Russia.  Nessuno l’ha mai ammesso ufficialmente, ma quella sera Mancini era stato invitato dalla Football Association (e del resto, per quale altro motivo volare a Londra per vedere Inghilterra-Malta?): un mese prima aveva risolto il secondo contratto con l’Inter — i rapporti con Erick Thohir erano ai minimi storici — e i titoli vinti al primo giro con i nerazzurri e in seguito col Manchester City lo rendevano eleggibile per la massima panchina inglese. Sliding doors come nessuna, questa storia, visto dove siederanno (poco) Mancini e Southgate questa sera. 

Da parte sua Mancini, dopo una stagione di inattività, firmò a giugno 2017 per lo Zenit di San Pietroburgo, dove visse un’annata mediocre. Nel febbraio del 2018, durante la sosta del campionato russo, portò la squadra a Roma per lavorare in un clima tiepido, e un bel mattino, nella sala colazione dell’hotel Parco dei Principi dove soggiornavano, incrociò Alessandro Costacurta, da pochi giorni vice commissario della Figc dopo che il disastro della mancata qualificazione al Mondiale aveva travolto la gestione Tavecchio. Billy era l’uomo che doveva occuparsi del rilancio sportivo: il suo primo compito era quello di scegliere il nuovo ct, ma l’inesperienza lo faceva muovere con i piedi di piombo. Fin da subito aveva due nomi in testa, Ancelotti e Mancini, con una preferenza per il secondo perché sapeva che il primo — suo amico carissimo — era troppo legato ai ritmi quotidiani dei club.

Mancini era tesserato per lo Zenit, e Costacurta non voleva debuttare da dirigente infrangendo le regole. Così, un po’ comicamente, a lungo i due parlarono soltanto in generale del compito che aspettava il nuovo ct, dei giocatori più interessanti in arrivo dalle Under, di come — per assurdo — Roberto avrebbe impostato il lavoro se fosse stato libero, cosa che evidentemente non era. Un’impasse spezzata dalla telefonata di un conoscente comune («Roberto ha rescisso il contratto con lo Zenit») seguita da una rapida convocazione a Roma. Due giorni dopo l’ultima partita in Russia, Mancini veniva presentato come il commissario tecnico della rinascita azzurra. La stessa missione che sta compiendo Gareth Southgate, in finale all’Europeo dopo la semifinale mondiale. In tutta evidenza due allenatori che il destino, dopo qualche tentennamento, ha spedito sulle panchine giuste.