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Nell’edizione odierna di Repubblica, Paolo Condò prosegue con i voti alla stagione delle squadre di Serie A.
Questa volta tocca al Milan:
“Un campione in carica che sul campo arriva quinto, e guadagna il sospirato pass per la Champions solo grazie alla penalizzazione della Juve, non ha replicato la brillante stagione passata. Sul conto del Milan pesa anche la brutale sconfitta in Supercoppa — annuncio di una primavera da incubo nei derby — e un’uscita dalla coppa Italia al primo turno in campo. Ce ne sarebbe d’avanzo per definire la stagione negativa, se non fosse per la semifinale di Champions, traguardo all’altezza dei Milan migliori, che da sola vale un’ampia sufficienza, diciamo 6.5”.
Poi c’è la Juve:
“Il voto più complicato della stagione è quello alla Juventus, perché non si può considerare soltanto ciò che si è visto in campo: l’instabilità data dai processi sportivi non giustifica tutto — l’eliminazione nel girone di Champions è un fallimento precedente i guai giudiziari — ma è una circostanza attenuante. E dunque il 5.5 che le diamo sconta la difficoltà di tenere assieme la squadra in mezzo ai marosi, ché altrimenti un 5 pieno sarebbe stato anche troppo. Allegri ha invertito il trend delle ultime cinque stagioni: 90 punti aveva fatto lui l’ultimo anno del suo primo periodo, Sarri era sceso a 83, Pirlo si era fermato a 78 e il primo Allegri- bis era sprofondato a 70.
Questo secondo è risalito a 72 (a cui vanno tolti i 10 di penalizzazione), ancora molto lontano dal vertice ma la sensazione è che sia stato almeno toccato il fondo. Non può bastare per la squadra che guida con distacco la classifica del monte stipendi (160 milioni, Inter seconda a 133, Milan terzo a 87), ma che ha sbagliato la campagna-acquisti aggrappandosi a Pogba — da lungo tempo quasi inattivo anche prima del crac estivo — e all’estro meraviglioso ma avaro di Di Maria. Comedetto più volte l’aspetto positivo della stagione è il lancio di alcuni giovani, e il cammino discreto (ma contro rivali facili) in Europa League”.
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