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Condò: “Thohir decise di cacciare Mancini. De Boer? Non l’avrei mai preso. Su Spalletti, Mou e i giocatori…”

In una lunga intervista, il giornalista ha analizzato il momento dell'Inter e si è soffermato sulle cause degli scarsi risultati dei nerazzurri dal 2010 in poi

Gianni Pampinella

In una lunga intervista concessa a Casa Inter, Paolo Condò si è soffermato sulle cause degli scarsi risultati dei nerazzurri dal 2010 in poi: "Secondo me l’Inter nel 2010 ha fatto un risultato strepitoso probabilmente superiore alle sue forze. Fatalmente quando arrivi ad ottenere risultati così impressionanti ti dici “Noi valiamo questo” e verosimilmente l’Inter in quel momento valeva qualcosa di meno. Qui c’è la grande opera di Mourinho, che in questo è un mago assoluto: aveva fatto sì che la squadra valesse più della somma delle sue individualità. La perdita immediata di Mourinho è stata l’inizio di questo declino, è stato come perdere il lievito per la pizza, cioè l’ingrediente che trasforma la pizza in pizza. In quel momento i picchi di rendimento sono spariti e tornati a livelli normali. Ecco, dire che Moratti nel 2010 avrebbe dovuto avere la forza di vendere tutti quelli che avevano mercato in quel momento per ripartire con giocatori giovani può essere un discorso giusto ma secondo me inumano: devi avere una pietra al posto del cuore per vendere tutti quelli che ti hanno fatto vincere tutto, anche se il giorno dopo vengono a bussare a soldi (ride, ndr). Ovvio a posteriori Moratti ha sbagliato ma è uno sbaglio che capisco, non è un errore per cui lo critico, ci sarei cascato anch’io, sono un sentimentale nel calcio. Poi ci sono state negli anni tante scelte sbagliate, soprattutto con gli allenatori, scelte che hanno inciso sul declino dell’Inter e per le quali non c’è mai stata un’idea chiara: io non avrei per esempio mai ceduto Sneijder o uno come Eto’o, anche se probabilmente erano lì a chiedere più soldi, oppure guardate Coutinho cosa è diventato oggi, sarebbe stato molto utile all’Inter attuale. Ecco all’Inter post triplete posso attribuire una frase che Gary Neville aveva detto a proposito del Manchester United: guardare la rosa dell’Inter in questi anni è come andare ad una cena ormai terminata e osservare gli avanzi rimasti sulla tavola. Solo che trovi avanzi di carne, avanzi di branzino, avanzi di sushi e ti chiedi: “Ma che diamine di cena era questa?!?!? Cioè, che cosa hanno mangiato questi???”. Ecco, era un patchwork di diversi tipi di calcio e diversi tipi di formazione. Probabilmente c’entra anche il cambio di proprietà naturalmente, in questo neanche tanto lungo interregno di Thohir, ma tutto questo non ha fatto del bene all’Inter dal punto di vista tecnico (poi dal punto di vista finanziario è tutto un altro discorso). Adesso mi sembra che, avendo chiamato un uomo forte dal disegno sempre molto preciso qual è Spalletti, ed essendo Spalletti “spalleggiato” dalla fiducia di tutti quanti, e questo mi sembra abbastanza evidente, ecco lui è in grado di tratteggiare un progetto molto coerente per riportare l’Inter nelle primissime posizioni"

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