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Condò: “Thohir decise di cacciare Mancini. De Boer? Non l’avrei mai preso. Su Spalletti, Mou e i giocatori…”

Gianni Pampinella

Sull'addio di Roberto Mancini, il giornalista svela un retroscena: "All’Inter nessuna scelta è mai stata difesa e sostenuta. Io sono notoriamente molto amico di Roberto Mancini, e quindi l’anno scorso, mentre ero in vacanza in America, ogni tanto lo chiamavo per sentire come andava, perché leggevo sulla “Gazzetta” che sembrava o che lui stesse per dare le dimissioni, o che stesse per essere cacciato, che insomma la storia era arrivata a consunzione. E lui mi raccontò di una prima riunione con Jindong Zhang nella quale, presente l’interprete, il presidente Zhang chiede: “Mi dica qual è il giocatore di cui ha bisogno per far fare il salto di qualità all’Inter”. L’interprete traduce, e Thohir, presente alla riunione, ferma l’interprete, la fa uscire, e dice a Zhang: “Traduco io”. Perché lui l’aveva giurata a Mancini, non ho mai capito per quale motivo. E praticamente questo è stato l’unico contatto che Roberto ha avuto con Zhang padre. Questa è una cosa che mi ha raccontato lui, quindi “relata refero”, come si dice in questi casi, non ero presente nella sala. Però lui poi mi ha detto “lì ho capito che ero finito”, perché lì ha compreso che, mentre Suning era – diciamo così – laica nei suoi confronti, cioè avrebbe proseguito con lui per valutarlo, Thohir aveva già deciso che doveva essere cacciato. Perché? Perché ai tempi di Tevez al Manchester City, lui e Kia (Joorabchian, ndr) avevano rotto in maniera molto plateale, e quindi Kia aveva subito chiesto la testa di Mancini. Questa è la mia ricostruzione".

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