Sulla scelta di affidare la panchina nerazzurra a de Boer, Condò dice: "Allora: io non avrei mai chiamato Frank de Boer, non per sfiducia nei suoi confronti, ma perché Frank de Boer, che non c’entra niente col campionato italiano, che non ci ha mai giocato neanche da giocatore, se vuoi fare la scommessa su di lui, lo devi contrattualizzare sei mesi prima dell’inizio del campionato, in modo che faccia in tempo ad andarsi a vedere le partite dell’Inter della stagione precedente, che faccia il mercato, che faccia la preparazione. Perché io ci avrei scommesso la testa, alla prima partita col Chievo… col Chievo poi, il peggiore degli avversari possibili. “Il Chievo cos’è? Un rione di Verona? Ah ah ah!” Questa sarà stata la reazione, e han beccato gli schiaffoni. Perché se sei preparato bene il Chievo lo batti, perché ha dei giocatori che hanno dei limiti, ma sono una squadra. Lo sono da anni. Questa ciurma di vecchi pirati e mestieranti della serie A, se tu ti presenti slegato, ti massacra. E lo sapete benissimo, insomma, quante volte è successo e non solo contro l’Inter. E quindi lì ho visto come sarebbe andata la stagione. La sensazione che si ha da fuori è che lei arrivi in campo con il suo disegno tattico, ma che conosca poco la squadra rivale”. Meglio: non è un caso che la partita migliore la giochi contro la Juventus, perché quelle sono squadre che conosce. Ovviamente, l’allenatore all’estero per aggiornamento, le partite di Juventus, Roma, Milan, Inter e Napoli, le cinque grandi del campionato italiano le vede, perché sa che un giorno potrà incontrarle in Champions League. Quindi le studia, e quando le affronta sa dove andare a parare. Ed ecco che è contro il Chievo che devi studiare come una bestia per affrontarlo, e questo non era stato fatto. Difatti, secondo me l’errore di de Boer fu quello di non prendersi un Beppe Baresi come invece aveva fatto Mourinho, più “scafato”: prendersi uno che conosce e gli sappia dire “guarda che in quell’hotel di Verona dove andiamo, la notte prima vengono i tifosi a far casino, quindi dobbiamo andare in quell’altro hotel di Verona, un grattacielo, dove possiamo dormire ai piani alti”. Sono queste minuzie, i dettagli famosi che dicevamo prima, che poi decidono come vanno le partite, e quindi un italiano che conosca l’ambiente sarebbe stato molto utile. Detto questo, quindi, e cioè che non avrei mai chiamato de Boer, a quel punto però non lo avrei mai mandato via. Cioè, una volta che l’hai scelto (a proposito delle società che devono difendere le proprie scelte), e gli hai fatto fare quasi un girone con molte figuracce, e pensi che costui (perché non è uno stupido neanche de Boer), una volta pagato lo scotto del noviziato, possa ottenere dei risultati e creare un impianto di gioco, a quel punto va tenuto. Perché praticamente cosa ha fatto l’Inter? Ha pagato l’inesperienza di de Boer, e poi quando per forza di cose questa inesperienza doveva prima o poi finire, l’ha mandato via".