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Per questa prestazione, soprattutto. Spalletti ha disegnato una squadra capace di disporre del fragile centrocampo francese, aggiungendo in Pellegrini un palleggiatore lì dove Deschamps ne aveva tolto uno aggiungendo Griezmann all’attacco. Una volta capito che il possesso del pallone ci avrebbe potuto portare lontano, Calafiori si è aggiunto al reparto in un gioco di scambi con Ricci che i francesi non hanno digerito mai (mossa di una certa complessità almeno sulla carta, il che ci rassicura sulle intenzioni tattiche ancora ambiziose di Spalletti). Calafiori è l’unico giocatore uscito rinvigorito dall’Europeo, e la sua crescita non accenna a rallentare. L’opportunità di dialogare con Tonali, che con il passare dei minuti ha aumentato i colpi finendo da dominatore, è una delle pietre angolari di questa squadra in proiezione Mondiale.
Per un motivo o per l’altro Calafiori, Tonali e il Dimarco dello splendido 1-1 non c’erano con la Svizzera. La loro spavalderia ha dato coraggio alla Nazionale, e così è emersa la puntualità di Ricci, la capacità di cacciare il pallone di Frattesi, l’ispirazione che sempre chiediamo a Raspadori, persino la ferocia con la quale Kean ha difeso gli ultimi palloni alla bandierina del corner. E quando i suoi componenti si incitano l’un l’altro con l’esempio, quella ha il diritto di definirsi una squadra.
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