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GdS – Da Bari fino all’Inter: Conte, addii sempre burrascosi. ‘Pare proprio che…”

L'analisi della Gazzetta dello Sport

Matteo Pifferi

"Il nocciolo della questione non è sapere come andrà a finire tra Antonio Conte e l’Inter, o capire di chi sia la colpa, ma prendere coscienza del fatto che, quando c’è lui di mezzo, questa è l’evoluzione naturale delle cose". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito ai rapporti conflittuali tra Conte e le squadre che ha allenato. Da un lato la voglia di eccellere del tecnico, dall'altro la dirigenza e la proprietà che non sempre si sono piegate ai suoi desideri.

DA BARI A BERGAMO - Il primo step di questo percorso burrascoso risale al 2009 quando Conte rinnova il contratto dopo la promozione del Bari dalla B alla A. Conte, però, non è in sintonia con la dirigenza e, pubblicamente, ammette di aver chiesto 8 acquisti ma di essersi ritrovato con 10 nuovi giocatori da lui non richiesti, cosa che porta alla rottura definitiva. All'Atalanta, invece, Antonio non trova il feeling giusto con il gruppo e dopo una sconfitta con il Napoli ha un battibecco con Doni, accusato di scarso impegno e dopo il quale punterà il dito con la società per non averlo protetto.

JUVENTUS E POI CHELSEA - Anche in bianconero Conte mostra segni e segnali di insofferenza: dopo 3 scudetti vinti, qualcosa si rompe. Si presenta in ritiro ma due giorni dopo si dimette. Nel corso della sua avventura, fa scalpore la frase dei 10 euro a disposizione all'interno dei ristoranti da 100 euro per spiegare le difficoltà della Juventus in Champions League. Conte aveva anche chiesto di trattenere Vidal e di prendere Iturbe, la società non lo accontentò e l'addio si consumò. Dopo la tappa in Nazionale - non senza screzi perché la notizia dell'accordo con il Chelsea trapelò ancor prima degli Europei -, Conte è entrato in conflitto con Abramovich e Marina Granovskaja. Il tecnico ebbe da ridire anche sul mercato oltre a prendere come bersaglio Mourinho, definendolo "un piccolo uomo". "Voleva a tutti i costi Lukaku e non glielo presero e all'ennesimo mancato arrivo di un giocatore che pretendeva chiuse l’esperienza. Che ebbe strascichi giudiziari: il Chelsea e Conte finirono in tribunale e il tecnico vinse la causa", spiega la Rosea.

INTER - E anche all'Inter il rapporto con dirigenza e società non è stato idilliaco, a tal punto che si vocifera di un addio quasi scontato. "Pare proprio che, al di là dei meriti tecnici, l’inquietudine sia la cifra che più caratterizza il Conte allenatore", la chiosa finale de La Gazzetta dello Sport.

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