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Estasi Inter: i nerazzurri, grazie al pareggio dell'Atalanta sul campo del Sassuolo, conquistano lo scudetto numero 19 della loro storia. La Gazzetta dello Sport celebra il grande condottiero interista: Antonio Conte.
"Conte è il primo artefice dell’impresa, anche perché, a un certo punto, ha riempito il vuoto dalla proprietà. Tatticamente ha attraversato un percorso tormentato. E’ partito promettendo divertimento e gol, con Eriksen trequartista (3-4-1-2). Ne ha subiti 5 nelle prime due giornate e, con il 2-2 casalingo col Parma, ha voltato pagina. Ha richiamato indietro la squadra, meno pressing, più compatti dietro; è rinculato nel sacro dogma del 3-5-2 e ha ritrovato l’equilibrio. Ha sconfitto la Juve con i gol dei due interni incursori (Vidal, Barella): il suo vangelo".
"E’ la svolta di San Valentino che porta alla vittoria sulla Lazio (3-1) e al sorpasso sul Milan, staccato nel derby successivo (3-0). Nel giorno dell’amore, le carezze di Eriksen, che a gennaio doveva partire, e l’inedito del doppio play che innescano le 11 vittorie di fila. E la fuga decisiva. Conte ha avuto il coraggio di rinunciare ai suoi dogmi (doppio mediano) e ai suoi uomini: fuori Vidal («Basta tacco punta!»). La partita di Crotone ha riassunto la stagione: svolta con l’ingresso di Perisic ed Eriksen".
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