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Dal tram di Conte all’autobus di Inzaghi: ora l’Inter è più libera e imprevedibile

Dal tram di Conte all’autobus di Inzaghi: ora l’Inter è più libera e imprevedibile - immagine 1

L'ex tecnico dell'Inter ha dato solidità e una mentalità vincente, Inzaghi è ripartito da basi importanti e ha aggiunto la sua impronta

Andrea Della Sala

Si gioca questa sera la grande sfida tra Atalanta e Inter. Due squadre a cui piace attaccare con due tecnici simili per certi versi. La difesa a tre, ma non solo: anche la voglia di non legare i propri calciatori al ruolo.

"Gasp fu illuminato dall’Ajax all’alba della carriera di mister. Vedeva i terzini olandesi che spingevano insieme, quando noi ancora tenevamo bloccato il 2 e facevamo fluidificare solo il 3. Da lì ha cominciato a picconare i recinti della tradizione. Dopo anni di laboratorio è nata l’Atalanta di Spinazzola che mandava in gol Conti. E poi ancora oltre. Non solo gli esterni, anche i centrali. Esemplare un gol al Verona di un paio di stagioni fa: Palomino imposta e Toloi assiste Djimsiti. Inzaghi ha seguito questa strada spingendo ancora più avanti Bastoni che, dopo gol e assist con la Lazio, contro la Juve ha giocato più alto di Brozovic, un mediano aggiunto. Ma Simone ha avuto un’intuizione in più. Ha capito che, dopo due anni con Conte, intensi e stressanti, la squadra aveva bisogno di un gioco più libero. Conte ha realizzato un capolavoro, riportando la scudetto dopo undici anni, ma per farlo ha dovuto imporre regole ferree, ovunque, dai comportamenti alle linee di gioco, codificate, rigide come binari", analizza La Gazzetta dello Sport.

Dal tram di Conte all’autobus di Inzaghi: ora l’Inter è più libera e imprevedibile- immagine 2

"L’Inter di Conte era un tram, Simone l’ha trasformata in un autobus che può scegliere la sua strada. Ha dato ai giocatori più libertà di interpretazione e, soprattutto, con il felice innesto di Calha, ha dato più fantasia e imprevedibilità alla manovra. In fondo era successo qualcosa del genere alla prima Juve di Allegri dopo Conte, ma anche al Milan di Capello dopo Sacchi e all’Ajax di Kovacs dopo Michels. I rivoluzionari e i leader carismatici fanno la storia, ma spesso logorano. E chi viene dopo vince anche di più", aggiunge il giornale.

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