- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Dopo la lite in tv tra Antonio Conte e Fabio Capello nel post partita di Napoli-Inter, il Corriere dello Sport torna sull'argomento 'contropiede', criticato nemmeno troppo indirettamente l'allenatore nerazzurro:
OFFESA - "Da domenica sera il termine “contropiede” esce dal vocabolario del gioco del calcio ed entra in quello, se esiste, delle offese. Antonio Conte si è risentito con Fabio Capello che aveva parlato di Inter formidabile in contropiede. Giammai. Il contropiede è da bandire, non è calcio e, se lo è, appartiene al paleolitico. Non solo, dare del contropiedista a un allenatore è oltraggioso, significa considerarlo ormai superato, non moderno, non attuale".
TRADIZIONE - "Nemmeno “ripartenza”, come si è corretto poco dopo Capello usando un termine più in voga, va bene. La tradizione del calcio italiano non solo è superata, ma va cancellata. Non esistono più Rocco, Herrera (che era il più italiano di tutti i tecnici stranieri), Valcareggi, Bearzot, Trapattoni, Lippi e, se ne faccia una ragione, non esiste più nemmeno Capello. Se poi il più scarso di questo gruppo ha vinto la Champions League non conta. Ovviamente non esiste più Allegri, la versione ultima di una generazione antica. Esiste solo un calcio di dominio, di possesso, dove gli spazi non vanno sfruttati ma occupati".
EMOZIONE - "Ma perché il contropiede non va bene? Prendiamo Napoli-Inter: in quella partita cosa c’è stato di più emozionante della fuga di 60 metri di Lukaku con la palla incollata al piede? Sono stati 9 secondi di adrenalina pura. Non si capisce perché un allenatore non debba sentirsi soddisfatto di un gol segnato in quel modo".
(Fonte: Corriere dello Sport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA