Quando cambiare allenatore è la soluzione giusta: è il caso di Inter e Roma che, con l'arrivo di Conte e Fonseca, hanno sensibilmente migliorato il loro rendimento rispetto alla scorsa stagione. Lo sottolinea il Corriere dello Sport: "Così non se le aspettava nessuno, forse nemmeno Conte né Fonseca. Così forti, così convincenti e soprattutto così avanti in classifica. Inter e Roma sono (insieme alla Lazio e al Cagliari) la meraviglia di questo campionato. Due prodotti nuovi che invece sembrano solo da rifinire, dopo appena pochi mesi di lavoro. Rispetto alla stagione scorsa, hanno 8 punti in più a testa. Il salto in avanti è pienamente confermato anche dalla classifica dopo 14 giornate: Inter 3ª un anno fa, Inter 1ª quest’anno; Roma 7ª l'anno scorso, Roma 4ª adesso".
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Conte e Fonseca, allenatori giusti al posto giusto: premiate la scelte di Inter e Roma
Nerazzurri e giallorossi hanno registrato sensibili miglioramenti dopo il cambio di guida tecnica
CAMBIARE PER MIGLIORARE - "In estate hanno cambiato tanto, hanno rifatto la squadra con titolari pesanti: Lukaku, Sensi, Barella, Godin più Sanchez nell'Inter; Pau Lopez, Smalling, Mancini, Veretout più Mkhitaryan nella Roma. Ma soprattutto hanno cambiato la guida, indovinando l'uomo giusto per i due diversi pianeti. Serviva all'Inter un allenatore “senza ritorno”, un asceta, un predicatore che non indulge, a cominciare da se stesso. L'Inter può vincere questo campionato solo se non avrà pace, termine non contemplato nel vocabolario di Antonio Conte. In tempo di pace, Conte non rende. La Roma, a sua volta, aveva bisogno di una figura non contaminata dall'ambiente, uno straniero fedele a se stesso e al suo calcio. Conte ha una sola necessità di vita: vincere. Fonseca ne ha pure altre, tocca la squadra con mano più leggera, ma sempre molto ferma. Per imporsi Antonio ha bisogno di sfuriate, di attacchi a testa bassa. Il portoghese usa modi diversi, ma anche la stessa forza per rendere chiare le proprie idee. Decide e basta. In comune hanno la capacità di dare un'identità alla propria squadra. La Roma oggi sa come stare in campo, sa come muoversi, è una squadra che si conosce e non si smarrisce".
VALORIZZARE - "Il salentino ha avuto ragione sulle scelte di mercato, su quasi tutte (su Nainggolan no: un piccolo sforzo per capirlo e inquadrarlo andava fatto), ed è stato accontentato. Via Icardi e Perisic, poi Lukaku a tutti i costi. Ma il merito più grande, se escludiamo la trasmissione di nuovi valori calcistici alla squadra, compresi carattere, rabbia e temperamento, è il lancio in grande stile di Lautaro Martinez, che è spalla di Lukaku almeno quanto Lukaku è spalla dell'argentino. La creazione di questa coppia di attaccanti è il capolavoro di Conte. Ha messo insieme doti evidenti, li ha legati con un fil di ferro, li ha migliorati facendo in modo che Lukaku annullasse i difetti di Lautaro e viceversa. Lo stesso ha fatto Fonseca con Lorenzo Pellegrini che finora era rimasto a metà strada fra la dimensione del buon giocatore e quella del grande giocatore. Quel passo è stato compiuto nella direzione giusta. Oggi Pellegrini tocca la palla e spalanca le difese avversarie, è un assist continuo".
DIFFERENZE - "L'Inter esprime potenza dove la Roma esprime tecnica e velocità. Ma la vera differenza sta nell'esplorazione delle rispettive potenzialità. L'Inter sa già tutto di se stessa, ha già portato ogni giocatore al punto più alto del proprio rendimento, dà insomma l'impressione di aver raggiunto il massimo e adesso l'obiettivo di Conte è mantenere questo livello senza perdere per strada elementi fondamentali, come sta accadendo in questo periodo con gli infortuni di Sanchez, Sensi, Barella e Gagliardini. La Roma no, la Roma ha qualche giocatore che può aumentare il proprio contributo, come Pastore e Mkhitaryan e anche di Zaniolo non conosciamo ancora perfettamente il confine della sua qualità".
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