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Uno dei temi della conferenza stampa di Conte alla vigilia di Inter-Sampdoria (LEGGI QUI LE ULTIME) è stato Lautaro Martinez. Il centravanti argentino, nel mirino del Barcellona, sta vivendo una leggera flessione dopo un inizio di stagione ad alto livello. L'edizione odierna de il Giornale ne parla così:
"L’argentino ha segnato l’ultima volta un mese fa, al Cagliari. Poi la squalifica e qualche balbettio inatteso, col malcelato e diffuso sospetto che la sirena Barcellona possa nuocere al suo finale di stagione. «Lautaro è serio e concentrato: ha grandi margini di crescita. Ha solo 22 anni, è già impressionante quanto sia cresciuto rispetto allo scorso anno. Lavora, si impegna, sono contento di averlo a disposizione», era stata la rassicurazione di Conte, che (senza Dzeko e Giroud, e con questo Sanchez) altro non poteva fare, se non sperare che il Toro tornasse rapidamente a essere degna spalla della certezza Lukaku".
Un altro tema della conferenza di Conte è stato Eriksen. Il danese, nonostante l'ottima partita con il Ludogorets, probabilmente sarebbe partito in panchina con la Sampdoria.
"Se non altro l’ennesima partenza dalla panchina di Eriksen è rinviata. Sarebbe stata la quarta nelle ultime 5 partite. Il gol vittoria, la traversa, i complimenti raccolti in Europa League non gli erano infatti valsi il posto in campionato. «Le cose vanno provate e riprovate: vedremo se avremo il tempo per farlo», l’epitaffio di Conte. Eppure per averlo a gennaio, l’Inter ha speso 20 milioni. Non usare a tempo pieno quello che di gran lunga è il centrocampista migliore in rosa, appare uno spreco che una squadra in lotta su 3 fronti non potrebbe permettersi. Tra l’altro poi a Conte nel pomeriggio era arrivato il consiglio non richiesto di Carlo Ancelotti, che dalla panchina dell’Everton aveva giudicato Eriksen «un centrocampista completo, molto simile a Pirlo: lineare nel gioco, limpido nel passaggio, pulito e con un gran tiro da fuori; potrebbe giocare davanti la difesa». Stasera non ci sarà la risposta di Conte, a naso infastidito per quella che intimamente giudica ingerenza nel suo lavoro e non il semplice parere di un collega più esperto, ma tant’è", chiosa il Giornale.
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