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Del lavoro svolto fin qui da Conte al suo primo anno di Inter ha parlato, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Luigi Garlando:
"Il suo apporto migliore: la crescita dei singoli. E’ il suo marchio di fabbrica, da Vidal a Pogba a Giaccherini. L’ultimo fiore all’occhiello: il lavoro fisico-tattico durante la sosta che ha riproposto un Eriksen pimpante e ben inserito nell’organismo. In precedenza aveva rigenerato Candreva, fatto crescere Bastoni, valorizzato De Vrij, rieducato Lukaku. Se l’Inter incasserà un centinaio di milioni per Lautaro è grazie alla maturazione avvenuta sotto Conte. Un re Mida del genere, per un club, vale oro. Ingeneroso dimenticare il lavoro di Spalletti. Antonio ha trovato un’Inter già capace di palleggiare e pressare alto. Anzi, prima lo faceva anche di più. Possesso: Inter 2018-19: 58,7%; Inter 2019-20: 52,3%. Palloni recuperati nella metà campo offensiva: Inter 2018-19: 423; Inter 2019-20: 355. Ma spesso si trattava di un possesso sterile. Conte ha migliorato l’organizzazione, ha reso le linee di gioco più sicure e aggressive. Come vedete nelle statistiche in pagina, ora l’Inter tira di più, segna di più e arriva di più in area. La squadra dominante del San Paolo, che ha concluso a raffica, con il 67,8% di possesso, è un buon certificato di avanzamento lavori".
"Un Pirlo e un Vidal sono ciò che più gli manca nel cuore dell’Inter. Un regista dalla personalità più solida del lunatico Brozovic e un interno-incursore, di fisico e gol, dall’indole guerriera trascinante. Il mercato dovrà soccorrerlo con tipi del genere. Non è un caso che nel finale di Napoli, i più pericolosi siano stati Eriksen e Sanchez, due che hanno già vinto. Lukaku è mancato spesso nelle gare più attese e calde, derby a parte. Conte ha ragione a ripetere che la Juve è ancora lontana. Però tutte le altre non hanno una rosa superiore all’Inter, eppure dei 7 incroci con le prime 5, Conte ne ha vinti solo 3, ha raccolto solo 8 punti sui 21. E’ stato eliminato da due coppe. Si poteva fare meglio di così. Con più personalità. Un mercato imperfetto (servivano almeno un altro attaccante di ruolo e due centrocampisti) ha frenato l’Inter nel suo momento migliore, in autunno, costringendo Conte ad assistere impotente alle implosioni di Barcellona e Dortmund, per mancanza di cambi all’altezza. Se quegli splendidi primi tempi non fossero appassiti nei secondi per sfinimento e se l’Inter fosse rimasta in Champions, oggi l’autostima della squadra sarebbe diversa e la Juve forse più vicina. Di sicuro il club non può permettersi di sbagliare il prossimo mercato che le parti dovranno studiare in assoluta empatia, evitando magari editti pubblici, punzecchiature continue e fuoco amico. Ma prima dovrà terminare al meglio la stagione. La crescita di questa Inter passerà anche attraverso i risultati che saprà ottenere nell’ultimo tratto di campionato e nell’Europa League. E anche il giudizio sulla prima Inter di Antonio Conte, che, al momento, è sospeso".
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